lunedì 16 dicembre 2019
lunedì 2 dicembre 2019
Prof. SABINO FACCIOLONGO La sepoltura di San Sabino. Da San Pietro alla Cattedrale Vicissitudini ed ipotesi
Sabino di Canosa
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San Sabino di Canosa | |
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Statua di San Sabino a Canosa di Puglia | |
Vescovo
| |
Nascita | 461 |
Morte | Canosa di Puglia 9 febbraio 566? |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Santuario principale | Cattedrale di San Sabino, Canosa di Puglia |
Ricorrenza | 9 febbraio, 1º agosto |
Patrono di | Torremaggiore, Bari, Canosa di Puglia |
Manuale |
Sabino, o Savino (Savinus in latino) (461 – 9 febbraio 566), venerato come santo dalla Chiesa cattolica, fu vescovo di Canosa dal 514.
Indice
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Visse tra la fine del secolo V e la metà del VI, immediatamente dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente e fu inviato come legato pontificio a Costantinopoli per due volte, nel 525 e nel 536, sotto il papato rispettivamente di Giovanni I e Agapito, che perse la vita in quel viaggio.
Costruttore di chiese ed edifici, seguendo la disciplina benedettina dell'Ora et labora, dopo circa 52 anni di episcopato, Sabino morì il 9 febbraio del 566.
Il culto[modifica | modifica wikitesto]
Amico di Benedetto da Norcia, al quale espresse le preoccupazioni sulla discesa del re ostrogoto Totila nella penisola italica, secondo la leggenda agiografica riuscì a salvare Canosa di Puglia dalla minaccia di quest'ultimo. Si narra infatti che Totila volle testare le doti profetiche del vescovo (548), ormai vecchio e cieco. L'invasore, spacciandosi per servitore, gli offrì un calice di vino, ma Sabino non si fece trarre in inganno, impressionando Totila che rinunciò al saccheggio.
Non fu l'unico "evento mistico" del vescovo Sabino: un'altra leggenda narra che un geloso arcidiacono tentò di avvelenarlo: egli bevve l'intruglio, ma non morì; a perire fu infatti il prelato che aveva attentato alla vita del santo. Perciò la liturgia lo raffigura come protettore dai veleni.
In tarda età fu ammalato di fegato e si rifugiò a Montemilone, provincia di Potenza per bere l'acqua della fonte.
La salma fu traslata nell'attuale Cattedrale di Canosa il 1º agosto di un anno imprecisato dell'VIII secolo dal vescovo Pietro, e successivamente sotto l'altare maggiore della cripta della Cattedrale di Bari, a lui dedicata, dove fu trovato il 10 dicembre 1091 durante gli scavi commissionati dall'abbate Elia, finalizzati alla ricerca delle reliquie dei santi Memore e Rufino vescovo di Canosa.
San Sabino è venerato a Canosa, Bari (a cui sono dedicate le rispettive cattedrali), Torremaggiore, Furci e Montemilone
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
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