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La
mimosa, simbolo italiano della
Giornata internazionale della donna.
La
giornata internazionale della donna (comunemente definita
festa della donna) ricorre l'
8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel
1909, in alcuni paesi europei nel
1911 e in Italia nel
1922.
Storia
Il « Woman's Day » negli Stati Uniti (1908-1909)
Su quest'ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a « lottare energicamente per l'introduzione del
suffragio universale delle donne », senza « allearsi con le femministe borghesi che reclamavano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il
suffragio delle donne ». Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta,
Die Gleichheit (L'uguaglianza), divenne l'organo dell'Internazionale delle donne socialiste.
Sciopero delle camiciaie di New York
Non tutti condivisero la decisione di escludere ogni alleanza con le «femministe borghesi»: negli
Stati Uniti, la socialista
Corinne Brown scrisse, nel febbraio del
1908 sulla rivista
The Socialist Woman, che il Congresso non avrebbe avuto « alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione ». Fu la stessa Corinne Brown a presiedere, il 3 maggio 1908
[1], causa l'assenza dell'oratore ufficiale designato, la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di
Chicago nel Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata « Woman’s Day », il giorno della donna. Si discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne.
Quell'iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell'anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali « di riservare l'ultima domenica di febbraio 1909 all'organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile ». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale
giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio
1909.
[2] Verso la fine dell'anno, il 22 novembre, si vide a
New York iniziare un grande sciopero di ventimila
camiciaie, che durò fino al 15 febbraio
1910.
[3] Il successivo 27 febbraio, domenica, alla Carnegie Hall, tremila donne celebrarono ancora il Woman's Day.
[4]
La Conferenza di Copenaghen (1910)
Il Woman's Day tenuto a
New York il successivo 28 febbraio venne impostato come manifestazione che unisse le rivendicazioni sindacali a quelle politiche relative al riconoscimento del diritto di voto femminile. Le delegate socialiste americane, forti dell'ormai consolidata manifestazione della giornata della donna, proposero alla seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella
Folkets Hus (Casa del popolo) di
Copenaghen dal 26 al 27 agosto
1910 - due giorni prima dell'apertura dell'VIII Congresso dell'Internazionale socialista - di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.
Manifesto tedesco relativo alle locali manifestazioni della Giornata della Donna dell'8 marzo 1914, la cui richiesta principale era il diritto di voto
[1]
Negli ordini del giorno dei lavori e nelle risoluzioni approvate in quella Conferenza non risulta che le 100 donne presenti in rappresentanza di 17 paesi abbiano istituito una giornata dedicata ai diritti delle donne: risulta però nel Die Gleichheit, redatto da Clara Zetkin, che una mozione per l'istituzione della Giornata internazionale della donna fosse « stata assunta come risoluzione ».
Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l'ultima domenica di febbraio, in alcuni paesi
europei -
Germania,
Austria,
Svizzera e
Danimarca - la giornata della donna si tenne per la prima volta il 19 marzo
1911[5] su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste. Secondo la testimonianza di
Aleksandra Kollontaj, quella data fu scelta perché, in
Germania, «il 19 marzo
1848, durante la rivoluzione, il re di
Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne». In Francia la manifestazione si tenne il 18 marzo 1911, data in cui cadeva il quarantennale della
Comune di Parigi[6], così come a
Vienna, dove alcune manifestanti portarono con sé delle bandiere rosse (simbolo della Comune) per commemorare i caduti di quell'insurrezione.
[7]In
Svezia si svolse il 1 maggio 1911, in concomitanza con le manifestazioni per la
Giornata del Lavoro[1].
La manifestazione non fu ripetuta tutti gli anni, né celebrata in tutti i paesi: in
Russia si tenne per la prima volta a
San Pietroburgo solo nel
1913, il 3 marzo, su iniziativa del
Partito bolscevico, con una manifestazione nella Borsa Kalašaikovskij, e fu interrotta dalla polizia zarista che operò numerosi arresti; l'anno seguente gli organizzatori vennero arrestati, impedendo di fatto l'organizzazione dell'evento
[1]. In Germania, dopo la celebrazione del 1911, fu ripetuta per la prima volta l'8 marzo
1914, giorno d'inizio di una « settimana rossa » di agitazioni proclamata dai socialisti tedeschi, mentre in
Francia si tenne con una manifestazione organizzata dal
Partito socialista a
Parigi il 9 marzo 1914.
L'8 marzo 1917
Le celebrazioni furono interrotte dalla
prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8 marzo
1917(il 23 febbraio secondo il
calendario giuliano allora in vigore in Russia) le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra
[8]: la fiacca reazione dei
cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della
Rivoluzione russa di febbraio. Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno
1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a
Mosca una settimana prima dell'apertura del III congresso dell’
Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la « Giornata internazionale dell'operaia ».
In
Italia la
Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel
1922, per iniziativa del
Partito comunista d'Italia, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale
Compagna, che il 1º marzo
1925 riportò un articolo di
Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava l'8 marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.
La confusione sulle origini della ricorrenza e l'ufficializzazione dell'ONU
La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l'isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della
seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel
secondo dopoguerra, cominciarono a circolare
fantasiose versioni, secondo le quali l'8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie
Cotton o
Cottons avvenuto nel 1908 a New York
[9], facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo
1911, l'
incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini
[10], in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica
[11]). Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel
1857[12], mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York.
Con la risoluzione 3010 (XXVII) del 18 dicembre
1972[16], ricordando i 25 anni trascorsi dalla prima sessione della Commissione sulla condizione delle Donne (svolta a Lake Success, nella
Contea di Nassau, tra il 10 ed il 24 febbraio
1947), l'
ONU proclamò il
1975 "
Anno Internazionale delle Donne". Questo venne seguito, il 15 dicembre 1975, dalla proclamazione del "
Decennio delle Nazioni Unite per le donne: equità, sviluppo e pace" ("
United Nations Decade for Women: Equality, Development and Peace", 1976-1985), tramite la risoluzione 3520 (XXX)
[17]. Il 16 dicembre
1977, con la risoluzione 32/142
[18] l'
Assemblea generale delle Nazioni Unite propose ad ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all'anno "
Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale" ("
United Nations Day for Women's Rights and International Peace") e di comunicare la decisione presa al Segretario generale. Adottando questa risoluzione, l'Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese. L'8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, divenne la data ufficiale di molte nazioni.
In Italia
La mimosa
Manifestazione femminista italiana del 1977
Nel settembre del
1944, si creò a
Roma l'
UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al
PCI, al
PSI, al
Partito d'Azione, alla
Sinistra Cristiana e alla
Democrazia del Lavoro e fu l'UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo
1945, la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a
Londra veniva approvata e inviata all'
ONU una
Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo
1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la
mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo un'idea di
Teresa Noce,
[19] di
Rita Montagnana e di
Teresa Mattei.
[20]
Carica di polizia contro un corteo femminista
Nei primi
anni cinquanta, anni di guerra fredda e del ministero
Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere
Noi donne, il mensile dell'
Unione Donne Italiane (UDI), divenne un gesto «atto a turbare l'ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per strada diveniva «occupazione abusiva di suolo pubblico».
[21] Nel
1959 le senatrici
Luisa Balboni, comunista,
Giuseppina Palumbo e
Giuliana Nenni, socialiste, presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, ma l'iniziativa cadde nel vuoto.
Il clima politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell'opinione pubblica finché, con gli
anni settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista.
Il femminismo
L'8 marzo
1972 la manifestazione della giornata della donna si tenne a Roma in piazza
Campo de' Fiori: vi partecipò anche l'attrice statunitense
Jane Fonda, che pronunciò un breve discorso di adesione, mentre un folto reparto di polizia era schierato intorno alla piazza nella quale poche decine di donne manifestanti inalberavano cartelli con scritte inconsuete e «scandalose»: «Legalizzazione dell'
aborto», «Liberazione
omosessuale», «
Matrimonio = prostituzione legalizzata», e veniva fatto circolare un volantino che chiedeva che non fossero «lo Stato e la Chiesa ma la donna ad avere il diritto di amministrare l'intero processo della maternità». Quelle scritte sembrarono intollerabili, così che la polizia caricò, manganellò e disperse le manifestanti.
[22]
Note
- ^ a b c d 8th of March - International woman’s day: in search of the lost memory.URL consultato l'8 marzo 2014.
- ^ « The first International Woman's Day (singular) was held on February 23, 1909, in the United States »: T. Kaplan, On the Socialist Origins of International Women's Day, in « Feminist Studies », 11, 1, 1985, p. 164.
- ^ American Working Women. A Documentary History, 1976, pp. 187-193.
- ^ T. Capomazza, M. Ombra, 8 marzo. Una storia lunga un secolo, 2009, pp. 70-72.
- ^ T. Capomazza, M. Ombra, cit., p. 75.
- ^ (DE) Natascha Vittorelli, Der 8. März und seine Geschichten, articolo dell'8 marzo 2005, sul sito dell'Università di Vienna.
- ^ a b Temma Kaplan, On the Socialist Origins of International Women's Day, in «Feminist Studies», 11, 1, 1985, pp. 163-171, articolo relativo alle versioni circolanti sull'origine della data dell'8 marzo.
- ^ (FR) L'orgine della Giornata della Donna, dal sito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite
- ^ Rita Charbonnier, Non solo Mozart: 8 marzo: la bufala dell'incendio in fabbrica
- ^ (EN) Sweatshop Tragedy Ignites Fight for Workplace Safety, articolo del The American Postal Work Magazine (March/April 2004), riportato sul sito del American Postal Workers Union
- ^ (EN) 100 Years After Triangle Fire, Are Workers Safer?, National Public Radio, 24 marzo 2011. URL consultato il 9 marzo 2014.
- ^ Anno che, come è stato fatto notare da alcune femministe francesi che indagavano sull'origine della Giornata della donna, coincide con quello di nascita di Clara Zetkin. Cfr. Liliane Kandel et Françoise Picq, Le mythe des origines, à propos de la journée internationale des femmes, « La Revue d’En face », n° 12, automne 1982.
- ^ Tilde Capomazza, Marisa Ombra, cit., pp. 84-89.
- ^ Susanna Nirenstein, Il giallo '8 marzo', ma quella data è un falso storico, La Repubblica, 6 marzo 1987. URL consultato l'8 marzo 2014.
- ^ Gian Antonio Stella, Quella svista sull'8 marzo, Corriere della Sera, 8 marzo 2004. URL consultato l'8 marzo 2014.
- ^ (EN) International Women's Year (1975) - Risoluzione 3010 (XXVII) dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottata nel 2013. URL consultato l'8 marzo 2014. o incontro planetario del 18 dicembre 1973.
- ^ (EN) World conference of the international Women's year, risoluzione 3520 (XXX)
- ^ (EN) Women's Participation in the Strengthening of International Peace and Security and in a Struggle Against Colonialism, Racism, Racial Discrimination, Foreign Aggression and Occupation and All Forms of Foreign Domination [1977UNGARsn 145; A/RES/32/142 (16 December 1977)]
- ^ Teresa Noce, Rivoluzionaria professionale, Edizioni Aurora, 2003 (ristampa)
- ^ Laura Fantone, Ippolita Franciosi, (R)Esistenze: il passaggio della staffetta, Morgana, 2005, p. 34.
- ^ T. Capomazza, M. Ombra, cit., pp. 93-95.
- ^ Fu ferita alla testa Alma Sabatini, la femminista divenuta in seguito famosa per le Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana. T. Capomazza, M. Ombra, cit., pp. 111-115.
Bibliografia
- Tilde Capomazza, Marisa Ombra, 8 marzo. Una storia lunga un secolo, Pavona di Albano Laziale, Iacobelli, 2009 ISBN 978-88-6252-042-3
- Mirco Volpedo, 8 marzo, Genova, Erga, 2009 ISBN 88-8163-437-6
- Alessandra Gissi, Otto marzo. La Giornata internazionale delle donne in Italia, Roma, Viella, 2010 ISBN 978-88-8334-447-3
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