Chi siamo

ANNA ANTIFORA LOMUSCIO



UNIVERSITA’ DELLA TERZA ETA’  “PROF.OVIDIO GALLO” – CANOSA DI PUGLIA


XX ° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE
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Ogni momento della vita, della civiltà e dell’uomo è regolato da un meccanismo che Arold Toynbee, illustre filosofo ed economista inglese, chiama “di sfida e di risposta”.
Una civiltà nasce quando un gruppo umano è in grado di rispondere ad una sfida che gli viene posta dall’ambiente naturale e da quello sociale.
L’Università della Terza Età è sfida e risposta al tempo che consuma e divora ogni cosa.
Se la forza fisica è il motore dei giovani, la volontà, la razionalità sono in grado di vincere l’usura del corpo e del cervello.
“Le cose importanti non vengono compiute con la forza, la rapidità e l’agilità del corpo, ma con il senno, l’autorità, la capacità di giudizio, di cui la vecchiaia di solito non solo non si priva, anzi si arricchisce” (Cicerone, “Cato maior  de senectute” VI, 17);
. “Vediamo Solone vantarsi di diventare vecchio, imparando ogni giorno qualcosa di più ed anch’io l’ho fatto; io che da vecchio ho studiato letteratura greca”(Cicerone, ibidem VII,26).


Gli anziani non perdono il desiderio di nuove esperienze di vita, ma vanno aiutati a coltivare speranze, interessi, progetti, a “fare cultura”.
Una cultura che non significa ricerca spasmodica di novità, ma che, utilizzando la memoria e il vissuto, si pone come analisi ed elaborazione della realtà contemporanea.
Per questa via l’anziano diventa protagonista attivo della storia e delle civiltà.
Non a caso, nel periodo di grande splendore l’antica Roma repubblicana esaltò ancor più a massimo organo di governo il Senato.


Tuttavia, nella società contemporanea il desiderio del nuovo, del diverso, espressioni di un efficientismo oltranzista, hanno prodotto tanti “mostri del sapere” che spesso tutto sanno, ma poco conoscono o non hanno potuto interiorizzare, perché, fagocitati dall’ansia del produrre, hanno subito il progresso, non l’hanno rivissuto criticamente.
Per fare cultura non è necessario possedere abilità ed informazioni, ma sapersi servire di abilità e di informazioni.
L’Università della Terza Età fa cultura: quella che è in grado di produrre civiltà.
Non mancano analogie con le Università del Medio Evo. Allora come oggi i partecipi sollecitavano gli argomenti delle conferenze, favorivano la socializzazione, lo scambio di idee, stimolavano la creatività utili a fa sentire l’anziano “faber sui ipsius” e non particella insignificante e improduttiva di un incessante scorrere della vita.


Non va, però, sottaciuto che negli anziani vi è una certa difficoltà nello smantellare in parte le vecchie metodiche utilizzate per l’acquisizione del sapere e apprenderne altre parimenti utili. L’informatica, per esempio, non va demonizzata, non deve essere percepita come un muro fra la vecchia e la nuova generazione, ma come uno strumento per un più rapido approccio alla conoscenza.


“Nessuna consolazione può lenire una stolta vecchiaia” (Cicerone) .
La vecchiaia non va intesa come malattia, ma come opportunità per sentirsi svincolati dal dovere quotidiano e dare la stura ai bisogni dell’anima e della mente.


Da questa visione della vita  il 27 febbraio 1992 nasceva nella nostra Città l’Università della Terza Età, su iniziativa di un gruppo di professionisti,  che anziani non erano ancora, ma in piena attività lavorativa, i quali credevano profondamente nella funzione umana, sociale e formativa del sapere, nella necessità di una educazione permanente tesa al cambiamento e allo sviluppo della società attraverso il coinvolgimento di tutte le sue componenti, nella cultura dell’anziano, da realizzarsi attraverso un flusso continuo di conoscenze  tra vecchie e nuove generazioni.
Da quel lontano giorno la strada percorsa, accidentata da immancabili resistenze e preconcetti, è diventata strada maestra ed il progetto si è rivelato vincente per aver coinvolto una considerevole fascia di anziani, risorsa e non peso per la società; per  aver promosso e realizzato programmi ben articolati e strutturati a misura d’età; per aver interessato le pubbliche istituzioni alle numerose attività del Sodalizio.
E per la crescita della Istituzione, inseritasi a pieno titolo nel contesto culturale cittadino, è stato determinante l’apporto appassionato e sapiente dei Presidenti che si sono succeduti, prof. Ovidio Gallo, dott. Vito Masotina, prof. Donato Metta.


Ovidio Gallo, illustre professore di matematica presso il Liceo Scientifico “E. Fermi” di Canosa di Puglia, al cui insegnamento numerose generazioni si sono formate nella ricerca e nell’analisi non solo in ambito prettamente professionale, ma nei più ampi orizzonti della conoscenza. Profondo conoscitore dell’arte del “docere”, ha utilizzato tale sua abilità nel coinvolgere allievi “speciali” in questa nostra realtà, peraltro nuova per Canosa.


Gli inizi non furono certamente facili.
Si trattava di vincere incredulità e pregiudizi difficili da rimuovere in una società caratterizzata dalla spaccatura generazionale: i “vecchi” spesso ritenuti alla deriva della Storia, inutile ingombro al progresso. In questo sforzo di superamento, bisogna dirlo, Ovidio impegnò il suo carisma, peraltro collaborato da una folta schiera di docenti curiosi e nello stesso tempo entusiasti a far crescere questa nuova creatura.


Le sue capacità di affabulatore, il profondo convincimento della utilità della cultura sono stati volano per la crescita della nostra associazione.
La Matematica mai disgiunta dall’Etica e dalla Religione gli permisero di accostare Galileo, gli illuministi “Philosophes” del ‘700, a Dio, Grande Architetto dell’Universo.
Dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, da Pascal a Einstein, dalle ragioni della Ragione alle ragioni del Cuore che la Ragione non conosce, dall’ “Esprit de geometrie” all’ ”Esprit de finesse”.
I programmi d’insegnamento e i dibattiti erano articolati e strutturati con particolare riguardo all’ambiente e al patrimonio storico e archeologico del territorio, senza tralasciare la opportunità per i soci di apprendere la lingua inglese,  lineamenti di letteratura italiana e straniera oltre che elementi di cultura generale, di approfondire lo studio del corpo umano per individuare i sintomi delle malattie proprie dell’anziano non disgiunto da quello di una corretta alimentazione.


Questo non è che un profilo molto sintetico di un Uomo che è ancora fra tutti noi, così come tanti altri docenti emeriti e allievi interessati.


Non è stato semplice per il successore, dott. Vito Masotina, conservare e potenziare l’attività svolta da Ovidio Gallo.
Professionalmente profondo conoscitore dell’uomo sin dalla sua nascita, dedicava tutte le sue energie per esaltare il valore della vita, accompagnando egregiamente per nove anni la crescita culturale dei suoi “allievi”.
I programmi da lui proposti, per un approccio più consapevole e proficuo, scaturivano dall’esame delle capacità cognitive e psicologiche dell’utenza e riguardavano la realtà territoriale e le sue potenzialità. Interessanti seminari di filosofia e teologia, lezioni di archeologia e astronomia, di storia contemporanea, di medicina della prevenzione producevano tale coinvolgimento e curiosità da svilupparsi in diversi incontri in cui il dibattito rendeva ogni discente protagonista.
Non marginale risultava l’aspetto ludico: feste sociali utili all’arricchimento amicale ed in linea con l’aspetto caratteriale del Presidente non disgiunte da interessanti visite a monumenti e siti archeologici.


Esprimere un giudizio sul prof. Donato Metta è stato veramente difficile per chi ha dovuto smantellare ogni ipoteca per la lunga amicizia e colleganza condivisa.
Presidente e docente in  numerosi corsi, capace di coinvolgere, ha saputo e  sa giovarsi della eredità lasciatagli dai suoi predecessori, potenziandone ogni risorsa e ascoltando le esigenze e le proposte degli iscritti, pur nella loro diversità  di cultura e di età.
Amico di tutti nell’U.T.E., così come amico di colleghi e alunni durante il suo lungo percorso didattico compiuto egregiamente, non ha mai posto limiti al suo tempo e alle sue energie nell’incarico conferitogli.
Attraverso conferenze, lezioni frontali, lavori di gruppo è stato esplorato ogni ambito del sapere: dalla storia antica a quella contemporanea; dalla medicina all’arte; dalla valorizzazione della poesia dialettale, alla storia della musica; dai corsi di lingua inglese e di informatica al cineforum e ai corsi di lingua italiana per “migrantes”; dalla partecipazione a spettacoli teatrali a gite di istruzione.
I risultati sono visibili per la crescita a ritmi esponenziali delle adesioni alla nostra Associazione e per i rilevanti rapporti intessuti con similari dei territori viciniori. Può ben dirsi che  per Donato Metta l’U.T.E. è stata ed è accademia di cultura e soprattutto di umanità.
Una particolare sottolineatura va fatta anche al lavoro pregevole ed appassionato svolto in tutti questi lunghi anni dai Docenti, che, rinunziando a parte del proprio tempo libero, hanno messo a disposizione il loro sapere e le loro energie, contribuendo in maniera determinante alla realizzazione delle finalità del Sodalizio e meritando così la gratitudine sentita ed affettuosa di tutto il corpo sociale.
Pari gratitudine, infine, va tributata a tutti i soci che, ricoprendo ruoli di dirigenza e di collaborazione, hanno partecipato in maniera efficace e determinante al conseguimento degli obbiettivi e delle finalità dell’Università della Terza Età di Canosa di Puglia.


Elenco soci fondatori:


  1. Gallo Ovidio
  2. Azzellino Immacolata
  3. D’Agnelli Antonio
  4. Barbara Grazia Anna
  5. Basile Savino
  6. Cramarossa Giovanni
  7. Azzellino Damiano
  8. Prudente Michele
  9. Tursilli Rosa
  10. Santoro Clemente
  11. Minerva Angela
  12. Pistilli Giovanni
  13. Dell’Aere Domenico
  14. Antifora Anna
  15. Astolfi Mario
  16. Pezzati Nicoletta
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    Venerdì 1 dicembre 1995 - Gazzetta del mezzogiorno -
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