lunedì 25 maggio 2015

Incontro:Prof. Antonio Paradiso Presentazione del libro “Il Brigantaggio”






Brigantaggio postunitario italiano

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Brigantaggio postunitario

Elementi della banda del brigante Agostino Sacchitiello di Bisaccia, uno dei luogotenenti di Carmine Crocco (foto del 1862).
Elementi della banda del brigante Agostino Sacchitiello di Bisaccia, uno dei luogotenenti di Carmine Crocco (foto del 1862).

Data 1860 - 1870
Luogo province dell'ex Regno delle Due Sicilie
Causa ribellione contro il governo italiano per cause economiche, sociali e politiche
Esito vittoria del Regno d'Italia
Schieramenti
bandiera Regno d'Italia





C o a Pio IX.svg Stato Pontificio[1]
finanziati da:
Coat of arms of the Kingdom of the Two Sicilies.svg Borbone di Napoli
C o a Pio IX.svg Stato Pontificio[2]
Comandanti
Effettivi
Le forze italiane nel periodo del massimo impegno furono (su un organico totale di circa 250.000):
  • 120.000 soldati del Regio Esercito , a loro volta divisi in:
  • 57 Reggimenti di Fanteria;
  • 10 Reggimenti di Cavalleria;
  • 19 Battaglioni di Bersaglieri.[4]
  • 7.489 Carabinieri;
  • 83.927 unità della Guardia nazionale italiana.
Forze pontificie
  • Circa 1400 squadriglieri pontifici, dal 1865 in aggiunta alle regolari forze dell'ordine
85 000 uomini in tutto il periodo, divisi in:
  • Diverse bande, non coordinate tra loro e composte ognuna dai 5 ai 900 guerriglieri.
  • Numero imprecisato di civili, senza appartenenza diretta alle bande armate.
Perdite
Stime che arrivano a circa 8.000 militari italiani morti, fra:
  • Caduti in combattimento o uccisi dopo esser stati catturati
  • Morti per ferite o malattie
Numero imprecisato di cittadini uccisi in quanto liberali o unitari.
Milizie papaline: 42 morti e 23 feriti
Accertate, nel il decennio 1860-1870, intorno alle 20.000 unità,[5] secondo alcune stime al rialzo arriverebbero a 50.000 considerando detenuti all'ergastolo e detenuti a varie pene detentive[non chiaro].
Voci di battaglie presenti su Wikipedia
Per brigantaggio postunitario italiano, nel linguaggio storiografico, si identifica una forma di brigantaggio - spesso associato a fenomeni e di banditismo armato ed organizzato - nell'Italia meridionale e nella Sicilia, già presente negli stati italiani preunitari, che assunse connotati tipici durante il Risorgimento, in special modo dopo la realizzazione dell'unità d'Italia, assumendo spesso i caratteri di una rivolta popolare.
Va evidenziato che il brigantaggio postunitario, inteso come rivolta antisabauda e generalmente antiunitaria, interessò quasi esclusivamente i territori meridionali continentali ex-borbonici, mentre in pratica non si verificò nei territori di tutti gli altri stati preunitari italiani annessi al Regno di Sardegna per formare l’Italia unita durante il Risorgimento; tale diversità di avvenimenti e comportamenti indica la profonda differenza, già esistente nel 1861, tra il nord ed il centro da un lato, ed il sud della penisola dall'altro, divario che sarà in seguito meglio noto con la locuzione questione meridionale, fonte di discussioni e di dibattito ancora oggi, né definita unanimemente nelle sue cause dagli storici e studiosi, nonché oggetto del dibattito nelle interpretazioni revisionistiche del Risorgimento.

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