CASTELLI DI PUGLIA,
TRA STORIA E STORIE
Una fitta presenza di manieri,
torri di vedetta, strutture difensive e complessi militari di origine medievale
caratterizza la Puglia. I castelli sono una delle maggiori espressioni
architettoniche della nostra regione, insieme alle sontuose cattedrali.
L’osservatore più attento può
domandarsi come mai questo territorio a sudest della penisola fosse così militarizzato.
Bisogna tenere in considerazione
che, per le sorti dei regni preunitari, la Puglia ha sempre riscosso grande
importanza dal punto di vista culturale, ma soprattutto dal punto di vista logistico.
Ovunque, i secoli compresi tra
il Medioevo e il ‘600 furono vissuti tra splendore e grandi difficoltà
socioeconomiche e comunque il Medioevo non fu certo un periodo buio, come
alcuni libri storici – ormai superati – lo hanno definito.
Allo stesso modo, per la Puglia
l’epoca medievale e i successivi XVI e XVII secolo – almeno per certi territori
regionali – non si contraddistinsero solo per una grande affermazione culturale
e artistica, ma anche per preoccupanti minacce dall’esterno.
Se le cattedrali pugliesi sono
oggi uno dei più alti esempi artistici – generate da una notevole possibilità
economica dell’aristocrazia locale – i castelli pugliesi rappresentano innanzitutto
la difesa del territorio, assurgendo a immagine del potere amministrativo e
militare.
Tra XI e XVII secolo, la Puglia
necessitò di costanti difese, in quanto porta dei Regni di Sicilia e di
Napoli, uno degli accessi all’Europa occidentale e quindi il lembo
più estremo rivolto a Oriente, da dove poteva giungere il possibile
pericolo, prima saraceno e in seguito turco.
Fortezze costiere e manieri sulle
colline garantivano sicurezza al territorio e al regno, senza evitare però le
tremende devastazioni, i saccheggi e le stragi commesse da
parte di eserciti giunti dal mare, in nome di un’espansione territoriale, o di
un diverso credo (come a Otranto nel 1480 e a Vieste nel 1564).
Ma col tempo ogni cosa si evolve.
Anche i castelli pugliesi ebbero un proprio sviluppo. Col passare dei
secoli, i primordiali fortilizi bizantini e normanni furono ingranditi,
inglobati, modificati, irrobustiti, innalzati e poi ribassati.
Costantemente, il castello
pugliese dovette adeguarsi alle esigenze del tempo, accogliendo forze
militari in aumento, ospitando il feudatario con un appartamento più adeguato
alle sue necessità e ai suoi desideri, e cercando di resistere ai colpi delle
armi bianche e poi – dopo il ‘400 – a quelli delle armi da fuoco, con i mortai
che affiancarono e poi sostituirono le catapulte e gli archibugi che dapprima
coadiuvarono e poi avvicendarono le lance e le frecce.
Di colpo dunque, dopo il XV
secolo, l’alto castello medievale pugliese divenne obsoleto. Occorreva una
fortezza più bassa, di sagoma diversa e magari ingentilita da portali,
finestre e archetti pensili rendendo più signorile l’aspetto severo dei secoli
precedenti.
Ormai, l’altezza e la verticalità
di un castello non erano più simbolo di potenza, ma la principale tra le sue debolezze,
che lo rendeva troppo facilmente bersagliabile dai colpi di un cannone a
distanza.
Poi, tra ‘600 e ‘800, passata la
minaccia turca e con un po’ di tranquillità, in alcuni casi i castelli andarono
incontro a una triste sorte, con il loro abbandono. In quell’epoca, lo
stato fatiscente e trascurato dei manieri permetteva di asportare parte del
fabbricato per la costruzione di edifici, masserie, rifugi per bestiame o altro
del genere. Quindi, il castello pugliese diventò improvvisamente quasi proprietà
di nessuno; perse la funzione di garante di difesa, per ridursi
impropriamente a cava, o addirittura a rifugio di pastori o di briganti.
Ma come per ogni regione europea,
originati da pietre, anche i castelli pugliesi sono un incontro di attente ed audaci
soluzioni architettoniche con prestigiose ma anche tristi vicende
cortigiane, tra verità e leggenda.
Le pietre parlano,
narrano, o possono raccontare parzialmente una storia, lasciando immaginare il
resto agli osservatori. A Castel del Monte, le pietre possono disegnarti
l’ottagono federiciano, lasciandoti tutta una serie di teorie veritiere,
confutate, realistiche, irrealistiche, o perfino esoteriche. A Barletta,
le pietre possono mostrarti le ferite inflitte al maniero dalle cannonate della
nave Helgoland in quel fatidico 24 maggio 1915 (primo giorno della “Grande
Guerra”). A Taranto, le pietre possono restituirti le celle ove fu
rinchiuso il generale Thomas Alexandre Dumas (padre di Alexandre Dumas, il
quale si ispirò alla detenzione del genitore per scrivere “Il Conte di
Montecristo”). A Monte Sant’Angelo, le pietre hanno accolto Bianca
Lancia, ultima consorte del grande Federico. A Oria, secondo una
leggenda, da quelle pietre, una fanciulla avrebbe spiccato un fatale “salto”
togliendosi la vita, per evitare un matrimonio infelice con un cortigiano molto
più anziano di lei.
I castelli pugliesi sono
autentici libri: saggi di architettura e contemporaneamente racconti
lieti, o mesti.
Oggi, anche i castelli pugliesi
rivivono: restaurati, ristrutturati e riconvertiti.
La modernità li ha resi
destinazioni turistiche, monumenti UNESCO, locations cinematografiche, sedi
istituzionali, sedi museali, contenitori culturali (tra biblioteche, luoghi
congressuali, spazi per esposizioni temporanee), o tuttavia, in qualche altro
caso, elementi storici incastonati in un contesto sociale ancora tutto
adeguatamente da recuperare…..
Le stanze depositarie di una
memoria immortale – tra passato e avvenire – un tempo vissute tra passioni ed
ansie, oggi sono percorse nel fascino, o nella noia, tra gli scatti di uno
smartphone.
Francesco Specchio
Castello
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Il castello è un complesso architettonico composto da uno o più edifici fortificati, tipico del Medioevo, costruito per ospitare una guarnigione di soldati, con il loro comandante (il castellano) e i suoi familiari. Esso sorge solitamente in un luogo strategico, spesso in posizione elevata, rialzata o arroccata e facilmente difendibile.
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