lunedì 18 novembre 2013

Le radici della chiesa canosina

di Mons Felice Bacco
Canosa di Puglia

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Canosa di Puglia
comune






Dati amministrativi
Stato
Italia
Regione
Puglia
Provincia
Barletta-Andria-Trani
Sindaco
Ernesto La Salvia (Centro-sinistra) dal 21/05/2012
Territorio
Coordinate
41°13′0″N 16°4′0″ECoordinate: 41°13′0″N 16°4′0″E (Mappa)
Altitudine
117 m s.l.m.
Superficie
149,53 km²
Abitanti
30 422 (18-12-2012)
Densità
203,45 ab./km²
Frazioni
Loconia
Comuni confinanti
Andria, Barletta, Cerignola(FG), Lavello (PZ), Minervino Murge, San Ferdinando di Puglia
Altre informazioni
Cod. postale
76012 (70053 fino al 30-04-2011)
Prefisso
0883
Fuso orario
UTC+1
Codice ISTAT
110004
Cod. catastale
B619
Targa
BT
Cl. sismica
zona 2 (sismicità media)
Nome abitanti
canosini
Patrono
san Sabino
Giorno festivo
1º agosto - 9 febbraio
Localizzazione


Canosa di Puglia



Posizione del comune di Canosa di Puglia nella provincia di Barletta-Andria-Trani
Sito istituzionale
Canosa di Puglia (IPA: [kaˈnosadipuʎ:ʎa][1], Canàuse in dialetto barese[2]) è un comune italiano di 30.422 abitanti della provincia di Barletta-Andria-Trani in Puglia.



È collocata sul margine nord-occidentale dell'altopiano delle Murge da cui domina la valle dell'Ofanto e l'estesa pianura del Tavoliere delle Puglie, spaziando dal monte Vulture al Gargano, alla costa adriatica.


Canosa è considerata uno dei principali centri archeologici della Puglia e rappresenta uno dei casi più significativi di città a lunghissima continuità di insediamento. Reperti e vasi canosini sono in tutti i principali musei (come i vasi antropomorfi permanentemente esposti al British Museum) e collezioni private del mondo ma, naturalmente, testimonianze del suo passato sono disseminate nella città attuale e nel territorio circostante.





Indice

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1 Geografia fisica
1.1 Territorio
1.2 Clima
2 Storia
2.1 Età antica
2.2 Età medioevale
2.3 Età moderna
2.4 Età contemporanea
2.5 Simboli
2.6 Onorificenze
3 Monumenti e luoghi di interesse
3.1 Architetture religiose
3.1.1 Concattedrale di San Sabino
3.1.2 Mausoleo di Boemondo
3.1.3 Chiese minori e rettorie
3.2 Architetture civili
3.2.1 Palazzi storici
3.2.2 Teatro Lembo
3.2.3 Masserie
3.3 Altro
3.3.1 Villa comunale
3.4 Siti archeologici
3.4.1 L'acropoli o il Castello
3.4.2 Ipogei e necropoli
3.4.3 Basilica di San Leucio
3.4.4 Basilica di San Pietro
3.4.5 Battistero di San Giovanni
3.4.6 Basilica di Santa Maria
3.4.7 Tempio di Giove Toro
3.4.8 Arco onorario
3.4.9 Altri siti
4 Società
4.1 Evoluzione demografica
4.2 Lingue e dialetti
5 Cultura
5.1 Istruzione
5.1.1 Musei
5.1.1.1 Museo civico archeologico
5.1.1.2 Palazzo Iliceto
5.1.1.3 Palazzo Sinesi - Fondazione Archeologica Canosina
5.1.1.4 Palazzo Fracchiolla-Minerva - Museo Paleocristiano della Cattedrale
5.1.1.5 Museo della civiltà contadina
5.1.1.6 Antiquarium del parco archeologico di San Leucio
5.2 Enogastronomia
5.3 Canosa nello spettacolo e nella musica
5.4 TeleCanosa e RadioCanosa
5.5 Mercati
5.6 Personalità legate a Canosa
5.7 Eventi
6 Geografia antropica
6.1 Urbanistica
6.2 Frazioni
7 Economia
7.1 Agricoltura
7.2 Artigianato
7.3 Industria
7.4 Turismo
8 Infrastrutture e trasporti
8.1 Strade ed autostrade
8.2 Ferrovie
8.3 Mobilità urbana
9 Amministrazione
9.1 Gemellaggi
10 Sport
10.1 Calcio
10.2 Basket
10.3 Pallavolo
10.4 Impianti sportivi
11 Galleria fotografica
12 Note
13 Bibliografia
14 Altri progetti
15 Collegamenti esterni

Geografia fisica[modifica | modifica sorgente]
Territorio[modifica | modifica sorgente]


Canosa sorge ad un paio di chilometri dalla sponda destra del fiume Ofanto e ad una ventina di chilometri dal Mare Adriatico, su un territorio livellato, anticamera dell'altopiano delle Murge (tra i 105 e i 140 m s.l.m.). Il versante su cui è edificata la città è prevalentemente argilloso e sabbioso sulla superficie; esso va a coprire uno strato calcareo ("calcareniti di Gravina") che a sua volta costituisce il tipico tufo di colore bianco-giallastro e facilmente disgregabile.


Questa caratteristica morfologica ha permesso la costruzione sotterranea di grotte artificiali, il riadattamento di altre preesistenti (usate nel XIX secolo come cantine), nonché la creazione degli ipogei. Il materiale calcarenitico (tufo) ricavato dalle escavazioni ha permesso, e permette tuttora, la costruzione di edifici in superficie.


Sono intensi i fenomeni di dissesto del territorio dovuti allo spietramento dello strato superficiale per la messa a coltura di nuovi terreni. Inoltre, si riscontrano rischi di sprofondamento dovuti alla presenza di cavità e canali sotterranei tipici degli ambienti carsici. L'edificato del comune di Canosa è considerato ad alto rischio. Negli ultimi anni si sono verificati numerosi crolli e dissesti, voragini e sprofondamenti di strade ed edifici[3].


Il territorio circostante si estende verso sud fino alle pendici delle Murge, verso ovest fino all'Ofanto (anche confine provinciale) ed è prevalentemente pianeggiante. I bacini del Rendina e del Locone contribuiscono alla fertilità della vasta area (150 km²).


Canosa fa parte del Parco naturale regionale Fiume Ofanto.
Clima[modifica | modifica sorgente]


Canosa gode di un tipico clima temperato, particolarmente mite e confortevole nei periodi primaverile ed autunnale, inverni freddi ed estati miti.


Le temperatura medie mensili risentono fortemente dell'influenza del clima murgiano ed oscillano dai 7,7 °C del mese di gennaio, ai 24,9 °C del mese di agosto. Le precipitazioni piovose annuali si attestano sull'ordine dei 547 mm di pioggia, distribuiti prevalentemente nel periodo da settembre ad aprile[4].







Canosa di Puglia

Mesi

Stagioni

Anno


Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Set

Ott

Nov

Dic

Inv

Pri

Est

Aut


T. max. mediaC)

11,4

12,4

14,9

18,5

23,3

27,7

30,7

30,7

26,8

21,4

16,5

12,9

12,2

18,9

29,7

21,6

20,6


T. min. mediaC)

4,1

4,3

6,0

8,4

12,3

16,2

18,8

19,0

16,2

12,3

8,5

5,6

4,7

8,9

18

12,3

11


Precipitazioni (mm)

52

58

46

43

39

30

22

26

49

61

62

60

170

128

78

172

548


Umidità relativa media (%)

76,6

75,1

73,5

71,1

68,7

64,2

60,2

61,3

68,3

74,4

76,5

77,0

76,2

71,1

61,9

73,1

70,6

Classificazione climatica di Canosa[5]:
Zona climatica C;
Gradi giorno 1187.
Storia[modifica | modifica sorgente]



Origini del toponimo



Molteplici sono le ipotesi avanzate nel spiegare l'etimologia del nome Canosa (Canusium in latino, Canusion in greco), usato per indicare il primo vero nucleo sviluppatosi nell'VIII secolo a.C. Una prima ipotesi[6][7] ne vede l'origine nel cultodi Afrodite in Daunia. Secondo questa ipotesi, suffragata dal commentatore latino Servio, Canusium deriverebbe da canis(in italiano "cane"), animale associato alla divinità greco-orientale Afrodite en kepois.


Altra teoria prevede una derivazione dalla parola grecaχάνεον (cesta/canestro di vimini) per la presenza numerosa di vimini spontanei lungo la riva del fiume Ofanto[8].


Una terza ipotesi[9] prevede la derivazione dalla parola ebraica Chanuth (in italiano "taverna"), divenuto poiChanush[10]. Entrambe sarebbero integrate dal messapico o iapigio suffisso -ion (poi -ium in latino)[11].


Un quarto studio sostiene l'origine esclusivamente iapigia o messapica dell'etimo Canusium e la risoluzione del problema etimologico attraverso la spiegazione della radicecan-[10].


Un'ulteriore ricerca[12] intravede una diretta correlazione fra ilnomen latino Canusium e il gentilizio etrusco canzna. Questa ipotesi si basa sulla presenza etrusca in Campania prima della conquista romana e del vivace commercio etrusco lungo la valle dell'Ofanto. Questa è suffragata dalla cospicua presenza di prodotti della metallotecnica etrusca[13] e di ambre (conservate al British Museum diLondra) in cui si riscontrano motivi stilistici comuni all'artigianato etrusco[14].

Età antica[modifica | modifica sorgente]







Antica mappa della città


Fondata secondo la leggenda dall'eroe omerico Diomede, decantato nell'Iliade, Canosa è stato tra i più importanti centri indigeni della Daunia prima e della Apulia poi.


I primi insediamenti autoctoni (composti dai Dauni, ramo settentrionale del popolo degli Iapigi), stabiliti su quella fascia di terra chiamata dagli archeologi Campi Diomedei, risalgono ad un'epoca di gran lunga precedente a quella diomedea, e precisamente al Neolitico (6000-3000 a.C.). Le epoche successive vedono il costituirsi dell'abitato arcaico di Toppicelli, sulla piana ofantina, caratterizzato dalla presenza di edifici e tombe aristocratiche ricchissime di corredi appartenenti al ceto di quelli definiti poi "principi dauni".


Nel corso dei secoli, Canosa diviene un importante centro commerciale e artigianale, specie di ceramiche e terrecotte. Con lo sviluppo della Magna Grecia, il centro è influenzato dalla cultura ellenica (morfologicamente e urbanisticamente, Canosa doveva essere territorio ideale per la formazione di una polis greca). Nel 318 a.C. diventa città alleata di Roma, accogliendo i Romani anche nel 216 a.C. dopo la disfatta di Canne, piccolo villaggio nei pressi dell'Ofanto, ad opera diAnnibale. Dall'88 a.C. diventa municipium e beneficia del passaggio della via Traiana (109 d.C.) e della costruzione dell'acquedotto di Erode Attico (141), di un anfiteatro, di mausolei e archi. Più tardi l'imperatore Antonino Pio eleva il centro al rango di colonia con il nome Aurelia, Augusta, Pia, Canusium. Da ricordare anche che veniva definita "la piccola Roma", poiché anch'essa sorge su sette colli.
Età medioevale[modifica | modifica sorgente]


Verso la fine del III secolo diviene capoluogo della Regio II Apulia et Calabria, diventando nel secolo successivo anche sede di una tra le più importanti diocesi di Puglia, che raggiunse il culmine della sua importanza con il vescovo san Sabino (dal 514 al 566); la presenza della sede episcopale ha lasciato testimonianze artistiche di valore, tipiche dei luoghi di culto e l'architettura civile dimostra la centralità della città (di cui Barletta era solo un porto) rispetto al territorio pugliese (da cui l'appellativo "città dei vescovi").


Diventata sede di gastaldato con l'invasione longobarda nel VI secolo, subisce successivamente diverse devastazioni per mano dei Saraceni (scacciati intorno all'871).


Canosa ritrova un certo rilievo nel millennio successivo (XI - XII secolo) con i Normanni, grazie al particolare interesse mostrato dal principe Boemondo I d'Antiochia (che dal 1111 giace nel mausoleoivi presente) e poi, sotto gli Svevi, da Federico II.
Età moderna[modifica | modifica sorgente]


Dall'età imperiale incomincia il declino, perdurato sino al XVIII secolo, accentuato dai molteplici terremoti (1361, 1456, 1627, 1659), dai numerosi saccheggi (in particolare, dei tarantini nel 1451 e dei soldati francesi di Napoleone nel 1803) e dalla perdita della sede vescovile: Canosa diventava un feudo, gestito però da casati di cui alcuni, in seguito, avrebbero segnato la Storia. Vi si annoverano gliOrsini Del Balzo, i Grimaldi di Monaco[15], i de Gemmis di Castel Foce, gli Affaitati di Barletta, iCapece Minutolo di Napoli[16].
Età contemporanea[modifica | modifica sorgente]







Monumento a Imbriani, via Imbriani angolo via Saffi in una foto d'epoca.


Dopo le guerre d'indipendenza e il disastroso terremoto del 1851, Canosa rimase un paese prevalentemente borghese: a dimostrarlo fu la costruzione di palazzi signorili in tufo locale (su tutti il Sinesi[17], il Fracchiolla-Minerva[18], il Rossi, l'Iliceto[19], il De Muro Fiocco[20] e il Visconti) che cingevano il centro cittadino, a preservare i segni del tempo dell'acropoli e della cattedrale.


Passata praticamente incolume alla prima guerra mondiale, Canosa subiva gli effetti del primo terremoto irpino del 1930 (79 anni dopo quello che costrinse alla ricostruzione di parte della cattedrale di San Sabino e numerosi edifici) e fu quindi costretta alla riparazione degli ingenti danni.







Corso San Sabino in una foto d'epoca.


Il 6 novembre 1943, poco dopo l'armistizio (8 settembre dello stesso anno), il paese veniva bombardato. Alcuni palazzi rimasero danneggiati (comprese le adiacenti chiese di San Francesco e San Biagio[21] e parte del Palazzo di Città), altri ancora rasi al suolo, e 57 persone persero la vita.


Nell'aprile 2001 il comune di Canosa è stato insignito della medaglia di bronzo al valor civile in ricordo della tragedia[22].


Il 17 settembre 1962, con decreto del presidente della Repubblica il comune è stato insignito del titolo di Città per le sue tradizioni storiche e per i meriti acquisiti dalla sua comunità.


Nel 1980 Canosa fu nuovamente danneggiata dal terremoto nell'Irpinia. Come già tante volte in passato, la cittadina si ritrovò in una situazione di emergenza, con antichi edifici e alcune chiese dichiarate inagibili.


Attualmente Canosa è un centro basato prevalentemente sull'agricoltura, ma con un vantaggio nel terziario (turismo archeologico) e nell'industria e artigianato (tessile, alimentare e manifatturiera).







Stemma del comune di Canosa di Puglia
Simboli[modifica | modifica sorgente]


Lo stemma della città possiede un'arma analoga a quella del Regno di Napoli e una identica a quella dell'Impero di Costantinopoli. Lo stemma deriva infatti dall'unione di due casate, quella degli Angiò e quella dei Courtenay, dovuta al matrimonio nel 1313 fra Filippo I d'Angiò, principe di Taranto, e Caterina di Valois Courtenay, imperatrice di Costantinopoli.





La parte sinistra raffigura l'arma di Filippo d'Angiò: sfondo blu seminato di gigli d'oro con una banda d'argento obliqua e con un lambello rosso nella parte superiore.





La parte destra raffigura l'arma dei Courtenay: sfondo rosso con una croce centrale e quattro bisanti crociati, accompagnati ognuno da quattro croci d'oro.


La descrizione araldica è: Partito: nel primo: d'azzurro, alla banda d'argento accompagnata da sei gigli (3,3) col lambello di tre pendenti di rosso nel capo; nel secondo: alla croce d'oro accantonata da quattro crocette il tutto d'oro. Lo stemma è stato ufficialmente approvato con Decreto del Capo del Governo in data 2 agosto1934. Dal 1962, con decreto del presidente della Repubblica è cimato dalla corona di città.
Onorificenze[modifica | modifica sorgente]







Gonfalone della città





Medaglia di bronzo al merito civile


«All'indomani dell'armistizio, abbandonata dai Tedeschi, subì un violento bombardamento che provocò numerosi morti e gravissime distruzioni. La popolazione si prodigò in una generosa gara di solidarietà in aiuto dei superstiti e dei senza tetto, dando prova d'elette virtù civiche e grande spirito d'abnegazione.[22]»

— Canosa di Puglia (BA), 6 novembre 1943

Monumenti e luoghi di interesse[modifica | modifica sorgente]
Architetture religiose[modifica | modifica sorgente]
Concattedrale di San Sabino[modifica | modifica sorgente]





Per approfondire, vedi Basilica di San Sabino.








Cattedrale di San Sabino


La Basilica di San Sabino fu edificata in età longobarda (VII-VIII secolo) ad opera del duca Arechi II, dopo l'abbandono dei siti paleocristiani di San Leucio e San Pietro. Dedicata inizialmente ai Santi Giovanni e Paolo, fu intitolata a San Sabino il 7 settembre 1102, ad opera di papa Pasquale II, circa quattrocento anni dopo la traslazione delle spoglie del Santo nella cripta sottostante per mezzo del vescovo Pietro il 1º agosto di un anno imprecisato del secolo VIII. Fu riconosciuta come cattedrale nel 1916 da papa Benedetto XV[23].
Mausoleo di Boemondo[modifica | modifica sorgente]


Accessibile dal transetto di destra della cattedrale è il Mausoleo di Boemondo I d'Antiochia. Eretto dopo il 1111, anno della morte del Principe, il piccolo edificio presenta una parte superiore caratterizzata da un tamburo poligonale sovrastato da una cupoletta emisferica, che va a "coprire" la pianta quadrangolare, con una piccola abside a destra sorretta da arcate non imponenti. Una doppia porta di bronzo asimmetrica (ora conservata nella cappella laterale della Madonna della Fonte nell'attigua basilica)[24], realizzata probabilmente da Ruggero di Melfi[25] (XI secolo), faceva da ingresso alla cappella, sorretta da due colonne di marmo pentelico. All'interno, oltre alle colonne, di cui una scende in profondità, vi è sul pavimento la lapide di marmo greco con la dicitura "BOAMVNDVS".


La struttura è visibile dalla superiore villa comunale.
Chiese minori e rettorie[modifica | modifica sorgente]







Chiesa della Madonna di Costantinopoli in una foto d'epoca
Chiesa di Sant'Antonio di Padova (rettoria) - piazza Roma, Loconia
Chiesa di Santa Caterina (rettoria) - via Santa Caterina
Chiesa dei Santi Francesco e Biagio - piazza Martiri XXIII maggio
Chiesa dei Santi Lucia e Teodoro detta anche del Santissimo Purgatorio (rettoria) - piazza Antica
Chiesa della Santissima Madonna dell'Assunta - via Europa
Chiesa della Santissima Madonna di Costantinopoli (rettoria) - strada provinciale Canosa-Montegrosso
Chiesa di Santissima Maria Immacolata - via Corsica
Chiesa di Santissima Maria del Carmelo o Carmine (rettoria) - piazza Umberto I
Chiesa di Santissima Maria del Rosario o Rosale - via Attilio Paulicelli
Chiesa della Santissima Passione di Gesù Cristo (rettoria) - via Guglielmo Oberdan
Chiesa del Santissimo Gesù Liberatore - via Serg. Magg. Nicola Capurso
Chiesa dei Santi Gesù, Giuseppe e Maria - via Santa Lucia
Chiesa di San Giovanni Battista - via Luigi Capuana
Chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù - via Duca d'Aosta
Architetture civili[modifica | modifica sorgente]
Palazzi storici[modifica | modifica sorgente]


Il centro della città è disseminato di palazzi settecenteschi e ottocenteschi di notevole pregio artistico ed estetico.
Palazzo Casieri in via Varrone
Palazzo Iliceto in via Trieste e Trento
Palazzo Scocchera via Barletta
Palazzo Barbarossa in via Santa Lucia
Palazzo Barbarossa in via Garibaldi
Palazzo Rossi in piazza Sinesi
Palazzo Rossi in corso San Sabino
Scuola Bovio in via Bovio
Palazzo Sinesi in via Kennedy
Palazzo De Muro Fiocco in Piazza della Repubblica
Palazzo Fracchiolla-Minerva in piazza Vittorio Veneto
Palazzo di Città in piazza Martiri XIII maggio
Palazzo Caporale in via Imbriani
Palazzo Visconti in via Kennedy
Palazzo sede dell'ex biblioteca in via Imbriani
Palazzo Forina in via De Gasperi
Scuola Mazzini in via Piave
Teatro Lembo[modifica | modifica sorgente]







Prospetto del Teatro Comunale (ex Teatro D'Ambra)


Il teatro storico della città è il Teatro D'Ambra, ora acquistato dal Comune e rinominato Teatro Lembo. Il Teatro D'Ambra già Teatro Lembo, si trova in via Piave, nelle vicinanze della Cattedrale di San Sabino.

La sua costruzione, commissionata da Raffaele Lembo, facoltoso commerciante locale di grano, risale al 1923 in esecuzione del progetto elaborato dall'ingegnere e architetto Arturo Boccasini, di Barletta, il quale aveva progettato il Teatro Di Lillo di Barletta e aveva collaborato con l'ingegnere Santarelli al progetto del Teatro Margherita di Bari. Il Teatro fu inaugurato alla fine del 1926 quando, iniziando a scarseggiare le risorse economiche, si preferì avviare l'attività pur non avendo completato parte della struttura compresi gli addobbi, i fregi e le decorazioni.


Acquistato dal Comune di Canosa e consegnato alla città il 5 febbraio 2005, lo storico teatro è stato completamente ristrutturato e recuperato per ospitare nuovamente, così come in passato, gli spettacoli del panorama artistico italiano e internazionale.


Nel maggio 2006 sono stati bloccati i lavori di ristrutturazione a seguito di una eccezionale scoperta archeologica, rinvenuta sotto la galleria del teatro. Si tratta di un complicato incrocio stradale di età Imperiale con alcune strutture inquadrabili nel corso dell'età arcaica (VIII-VII secolo a.C.).


Il 5 novembre 2011, il Teatro Comunale è stato nuovamente riaperto al pubblico, alla presenza tra gli altri del Governatore regionale Nichi Vendola e all'allora Ministro Raffaele Fitto, come un "contenitore culturale": accanto agli spettacoli di prosa e di musica, sarà base per le Compagnie locali, nonché sala di registrazioni e conferenze. Inoltre, è possibile ammirare i tesori archeologici ivi rinvenuti[26][27].


Dal 1992, Canosa aderisce al circuito del Teatro Pubblico Pugliese per la programmazione, l'organizzazione e la promozione di spettacoli dal vivo, stagioni diprosa, danza, teatro per ragazzi ed eventi speciali. Fino a metà degli anni 2000, il teatro che ospitava la programmazione del TPP era lo Scorpion. Anche per mezzo di questa iniziativa, diverse sono le compagnie teatrali esercitanti[28]
Masserie[modifica | modifica sorgente]







Masseria Rossi; attuale Villa Caracciolo





Per approfondire, vedi Transumanza.



Le masserie erano delle grandi aziende agricole abitate, a volte, anche dai proprietari terrieri. La grande costruzione rurale comprendeva pure gli alloggi dei contadini, anche solo stagionali, le stalle, i depositi per foraggi e i raccolti.


Molto diffuse nell'agro canosino, come in tutta la Murgia, spesso le masserie sono state abbandonate per poi essere riutilizzate negli ultimi anni come aziende agrituristiche.


Posta Piana è una zona dell'agro canosino in sui si trovano una serie di masserie utilizzate un tempo come ricovero dei pastori in transumanza. A pianta rettangolare fortemente allungata, i locali avevano tetti a doppia falda, con finestre quasi inesistenti; le poche porte erano poste prevalentemente sui lati corti, mentre sui lati lunghi si predispongono gli abbeveratoi per le bestie.


Altre masserie presenti nel territorio sono:

Masseria Barbarossa C.da Cefalicchio
Masseria Campanile Canale della Piana delle Murge
Masseria Coppe Maltempo Strada Comunale Coppe Fortunato
Masseria Covelli vicinanze della ferrovia Barletta - Spinazzola
Masseria Donna Rosina Strada Comunale Donna Chiarina
Masseria Iannarsi Borgo Loconia
Masseria Femmina Morta Canale della Vetrina
Masseria Pantanella Di Zezza Strada Comunale Pantanella
Masseria Pantanella Di Palieri Strada Comunale Pantanella
Masseria Quiraldi S.S. 93
Masseria Sant'Andrea
Masseria Sinesi vicinanza dell'autostrada Napoli-Canosa
Masseria Spagnoletti e Messere S.S. 93
Masseria Volturina
Posta Locone S.S. 93
Posta Leone C.da Cefalicchio
Masseria Addone Canale della Piana delle Murge
Masseria Coppicella di Sotto Strada Comunale di Sotto
Masseria Coppicella di Sopra Strada Comunale di Sotto
Masseria Crocifisso Strada Comunale Crocifisso
Masseria Fasoli vicinanza dell'autostrada Napoli-Canosa
Masseria La Capitana Strada Comunale Salinelle
Masseria Nigretti SP Cefalicchio
Masseria Pantanella Fortunato Strada Comunale Pantanella
Masseria Profico Strada Comunale Salinelle
Masseria Rossi Strada Comunale di Madonna di Costantinopoli
Masseria Saraceno vicinanza al torrente Locone
Masseria Tesoro Strada Comunale Tufarello
Altro[modifica | modifica sorgente]
Villa comunale[modifica | modifica sorgente]


La Villa Comunale, posta al centro di Canosa, trae le sue origini nel secolo scorso per interessamento dell'allora sindaco Vincenzo Sinesi che nel 1888 riordinò i terreni adiacenti alla Cattedrale e al Mausoleo di Boemondo donati alla municipalità da alcune famiglie canosine. Viste le necessità del paese, è stata sottoposta a numerose riduzioni della superficie nel corso degli anni, che hanno fatto quindi posto a larghi pedonali.


Oltre alla possibilità di vedere la parte posteriore della Cattedrale e l'esterno del Mausoleo di Boemondo per mezzo di ampie balconate, è presente una imponente cassa armonica per orchestra, un monumento dedicato a Scipione l'Africano, l'ara commemorativa dei Caduti di tutte le guerre e un lapidarium.


Il lapidarium della Villa Comunale è composto da un notevolissimo patrimonio di reperti archeologici lapideidi di epoca dauna e romana: epigrafi, rilievi funerari, capitelli e colonne, architravi e vere di pozzo di ville imperiali.









Il monumento dedicato a Scipione l'Africano, nella villa comunale.







Lapidarium







Ara commemorativa dei Caduti in guerra



Vi sono poi altri parchi dislocati per la città:
Villa Petroni
Villa Costantinopoli
Parco Giorgio Almirante
Villa Papa Pio X
Siti archeologici[modifica | modifica sorgente]
L'acropoli o il Castello[modifica | modifica sorgente]







Torri del Castello


Quello denominato dai paesani Castello, in realtà era l'acropoli dell'antica Canosa (Castrum Canusii). Le tre grandi torri sono i ruderi del feudo[non chiaro] situato in cima all'omonimo colle, a strapiombo sulla valle Ofantina. Originariamente luogo di culto e fortezza di epoca preromana, eretto con blocchi di calcarenite (tufo) (come diversi siti canosini), fu ricostruito come bastione con gli stessi materiali dai Normanno-Svevi[29], per poi essere usato come "guardia" dai Grimaldi. Ultimi proprietari, dal 1856, furono i Principi di Canosa Capece Minutolo di Napoli, rimasti concretamente tali fino al 1948[16].


L'usura dei blocchi che lo compongono e il colore degli stessi denota il passaggio delle diverse civiltà che hanno elaborato la struttura in epoche differenti. Il Castello ha inoltre riportato svariati danni dopo i rovinosi bombardamenti della Seconda guerra mondiale.


Lungo la collina scoscesa dell'acropoli, vi è la parte antica del paese, caratterizzata dalle stradine e le scalinate. Alla base meridionale dell'asperità, giacciono i resti di un anfiteatro romano.
Ipogei e necropoli[modifica | modifica sorgente]







Ipogei Lagrasta


Canosa possiede un vero e proprio tesoro sotterraneo, costituito dagli ipogei (molti probabilmente ancora celati). Questi sono stati usati dapprima dai Dauni come necropoli e, al loro interno, venivano celebrati anche culti funerari, manifestanti una civiltà avanzata per la vastissima epoca (dal 6000 a.C. al II secolo d.C.). Le sepolture negli ipogei (con qualche variazione; dalle rozze tombe a fossa allo stile a grotticella) sono perdurate fino all'epoca romana.


Composti da una dromos conducente a una o più stanze funerarie, gli ipogei contenevano, oltre al defunto (spesso ritrovato in posizione fetale), anche oggetti personali di questo, ritrovabili in urne o deposti in nicchie. Nel corso degli anni, però, molti di questi manufatti (tra cui preziosi monili in oro e bronzo, vasellame in terracotta a figure rosse e askos) sono andati perduti (o in mano a privati) anche a causa dell'opera dei cosiddetti tombaroli. Spesso, in tali siti, sono apprezzabili affreschi allegoricidel passaggio del defunto alla vita ultraterrena (dedutio ad inferos). Molti dei reperti recuperati negli ipogei sono visibili presso i locali palazzo Sinesi e Museo Civico.


I più importanti ipogei canosini sono quelli del Cerbero, Lagrasta, Boccaforno e dell'Oplita.

Tomba degli Ori, IV Secolo a.C.
Ipogei Monterisi-Rossignoli, IV secolo a.C.
Tomba Varrese, IV secolo a.C.
Ipogeo del Cerbero, IV secolo a.C.
Ipogeo Scocchera A, IV secolo a.C.
Ipogeo Scocchera B (detto Ipogeo Boccaforno), IV secolo a.C.
Ipogei Casieri, IV secolo a.C.
Ipogeo del Vaso di Dario, IV secolo a.C.
Ipogeo Reimers, III secolo a.C.
Tomba di Largo Costantinopoli, III secolo a.C.
Ipogei Lagrasta, II secolo a.C.
Ipogeo dell'Oplita, II secolo a.C.
Ipogeo Matarrese,
Tomba di Via Lavello


Poco distante dal centro abitato sorge, nelle profondità di un terreno argilloso, la necropoli di Santa Sofia, di epoca più recente (dal II al IV secolo d.C.), estesa e diversa rispetto agli altri ipogei, in quanto risale al tempo della prima diffusione del Cristianesimo), scoperta intorno al 1960 e attualmente in fase di restauro[30].
Basilica di San Leucio[modifica | modifica sorgente]







Basilica Paleocristiana di San Leucio


La Basilica di San Leucio è uno dei maggiori esempi dell'architettura paleocristiana in Puglia. Tempio pagano, probabilmente dedicato a Minerva, sino al II secolo d.C., venne trasformato in basilica cristiana tra il IV e il V secolo d.C.


La struttura del Tempio Italico doveva essere il frutto della fusione delle culture magnogreca e centritalica: una struttura di grandi dimensioni, costituita da una cella dedicata al culto posta fra due ampi ambienti, con mosaici policromi, capitelli figurati in calcarenite (tufo) intonacato e dipinto,colonne in stile dorico-ionico e grandi sculture di cui, allo stato attuale, non vi è traccia.


La Basilica paleocristiana di San Leucio si impianta sul tempio ellenistico. Per la sua costruzione furono riutilizzate le murature, le colonne e i capitelli preesistenti. L'impianto planimetrico è detto adoppio involucro si compone di un muro perimetrale di forma quadrata (50 m di lato) con esedre su ciascun lato al cui interno c'è un secondo quadrato concentrico con esedre colonnate. L'architettura della basilica è di ispirazione orientale, privilegiando i colori agli ampi spazi. Alla fine del VII secolo, a causa di gravi crolli si procedette ad un restauro, modificando la pianta della basilica che divenne a croce inscritta in un quadrato.


Nel IX secolo venne costruita una cappella adiacente all'abside funzionale ai riti sepolcrali.
Basilica di San Pietro[modifica | modifica sorgente]


Non distante dalla basilica pagana prima, paleocristiana poi, giace la Basilica di San Pietro, prima cattedrale cristiana della città, trasformata poi in sepolcro diSan Sabino (556), patrono di Canosa[31]. Anch'essa presentava mosaici e capitelli dorico-ionici.


Il complesso si articola nella grande chiesa a tre navate, con abside e nartece, di San Pietro, preceduta da un ampio atrio portificato e affiancata da un edificio residenziale e da varie altre strutture adibite a funzioni cimiteriali: un lussuoso mausoleo, probabilmente il sepulchrum dello stesso vescovo Sabino, una grande fornace dedita alla cottura di laterizi e una domus, utilizzata probabilmente come dimora vescovile.


Dal 2001 è in corso uno scavo sistematico di tutta la zona da parte dell'Università di Foggia[32] e dell'Università di Bari.
Battistero di San Giovanni[modifica | modifica sorgente]


Nella vallata è presente il Battistero di San Giovanni (VI-VIII secolo). Il corpo centrale, di forma dodecagonale, conteneva una vasca battesimale eptagonale. Le composizioni erano soprattutto in marmo e calcarenite (tufo). Il colonnato che sorreggeva la volta a botte è rimasto danneggiato nel corso del tempo, così come sono andate perse le componenti auree e i mosaici che rivestivano la Fonte (elementi tipicamente bizantini, segno dell'elevato numero di popoli che ha conosciuto Canosa nel corso dei secoli). In corrispondenza dei punti cardinali, partivano quattro piccole navate dal dodecagono, andando a formare una struttura a croce greca.


Nel corso dell'Ottocento è stato usato come frantoio. Nonostante ciò, tale uso non ha pregiudicato lo stato dell'edificio.


Dal 2001 è oggetto di ricerca da parte dell'Università degli studi di Foggia[33].
Basilica di Santa Maria[modifica | modifica sorgente]


Negli ultimi tempi, al di sotto del Battistero, sono stati rinvenuti due piani distinti della Basilica di Santa Maria, una delle prime chiese paleocristiane dell'intero Meridione[34].
Tempio di Giove Toro[modifica | modifica sorgente]


Tempio di età romana è quello di Giove Toro: periptero con sei colonne sui lati corti e dieci sui lati lunghi, su podio preceduto da una scalinata, prende il nome da una statua di Giove trovata sul posto negli scavi ultimati nel 1978[35]. Non era distante dalle antiche terme, in prossimità del centro cittadino.
Arco onorario[modifica | modifica sorgente]


Arco onorario attribuito all'età di Traiano edificato sulla via Traiana
Altri siti[modifica | modifica sorgente]







Ponte Romano sull'Ofanto







Salita e Torre dell'Orologio sulla zona Castello


Tra gli altri monumenti spicca il Ponte Romano sull'Ofanto (I secolo d.C.), che permetteva il passaggio della Via Traiana da una parte all'altra del fiume (ed è stato utilizzato per il traffico stradale fino agli anni settanta), ricostruito ex novo nel medioevo e restaurato ancora una volta nel 1759. La base è costituita da quattro piloni a forma di punta di lancia e cinque arcate diseguali.


Notabili sono anche la Torre Casieri e i Mausolei Bagnoli e Barbarossa, nonché l'Arco di Gaio Terenzio Varrone, monumenti in opus latericium e opus reticulatum dedicati al passaggio del Console romano in occasione della battaglia di Canne. I primi tre siti conservavano le spoglie di alcuni caduti nella battaglia.


Ancora relativo alla battaglia punica è un rudere di un'abitazione romana in pieno centro cittadino, probabilmente dimora della Matrona Busa, nobildonna canosina, che ospitò i combattenti.


Dal 2000 altri reperti dell'antica civitas romana sono stati rilevati nei pressi di palazzi in costruzione.


Infine, le Terme romane (Ferrara e Lomuscio) situate in pieno centro cittadino, sono tornate alla luce negli anni cinquanta. Attualmente sono in fase di recupero a cura della Sovrintendenza. Presentano ambienti absidali arricchiti da mosaici.
Società[modifica | modifica sorgente]
Evoluzione demografica[modifica | modifica sorgente]







Passeggio serale in Corso San Sabino


Abitanti censiti[36]




Lingue e dialetti[modifica | modifica sorgente]



(IT)

« Se ce ne dobbiamo andare, andiamocene. Se non ce ne dobbiamo andare, non ce andiamo. »

(IT)

« Sə cə n'amə à scoj, sc-manìnə. Sə nanə cə n'amə à scioj, nanə cə nə sìmə scènnə »


(CAN)



Il dialetto canosino è un dialetto primario italoromanzo, derivante direttamente dal latino volgare parlato nell'antica Canusium. Linguisticamente fa parte dei dialetti meridionali intermedi parlati nella Pugliacentro-settentrionale. Il lessico è nella quasi totalità di origine latina con influenze del greco anticosoprattutto nella costruzione della frase ipotetica. Anche la dominazione normanna ha lasciato alcuni vocaboli, senza stravolgere l'impianto lessicale e grammaticale preesistente.


Il dialetto canosino è stato avvicinato dal punto di vista fonetico al francese, ma alcuni studi recenti vi hanno riscontrato lo stesso sistema fonologico delTubatulaba, una lingua indiana dell'America del Nord del gruppo linguistico Shoshoni, della famiglia delle lingue uto-azteche[37].
Cultura[modifica | modifica sorgente]
Istruzione[modifica | modifica sorgente]


Canosa è sede di quattro scuole secondarie di secondo grado:
Istituto Professionale Statale per l'Agricoltura e per l'Ambiente "1º maggio".
Istituto Professionale Statale per il Commercio "Nicola Garrone".
Istituto Tecnico Commerciale Statale "Luigi Einaudi".
Liceo Scientifico (con altri indirizzi) Statale "Enrico Fermi".
Musei[modifica | modifica sorgente]
Museo civico archeologico[modifica | modifica sorgente]



Museo Civico Archeologico



Tipo

Archeologia


Indirizzo

Via Terenzio Varrone 45, Canosa di Puglia



Il Museo civico archeologico fu istituito nel 1934 e collocato nel settecentesco palazzo Casieri. Ospita circa 2000 reperti archeologici provenienti da scavi in Canosa e in tombe del V - III secolo a.C. Si trovano iscrizioni,sculture, bassorilievi, marmi, monete, gioielli, ceramiche e vasi che risalgono ad un vasto arco di tempo di circa 1500 anni (dal VI -V secolo a.C. al IX-X secolo): dal preistorico, dauno, romano, paleocristiano e bizantino-medioevale.


In passato il Museo è stato privato[non chiaro] di alcuni pezzi di inestimabile valore, come ad esempio i preziosi ori della tomba degli Ori. Questi gioielli sono attualmente custoditi presso il museo archeologico nazionale di Taranto, e sparsi nei maggiori musei italiani e europei (fra cui il Louvre di Parigi).


Organizzazione dei reperti:
Prima stanza: oggetti di ceramica a figure rosse e anfore.
Seconda stanza: ampolle, brocche, coppe, vasetti, anforette, urne cinerarie, piccoli crateri del III secolo a.C.
Terza stanza: lucerne ebraiche, romane e cristiane. Vi sono inoltre una statua fittile di una donna in preghiera e alcune fistule in piombo dell'acquedotto di Erode Attico.
Quarta stanza: è quasi interamente dedicata alla monetazione di Canusium.
Quinta stanza (detta degli specchi): askoi e lekanoi policromati, iscrizioni iapigie, greche e latine e i reperti della Tomba degli Ori rimasti a Canosa.
Sesta stanza: olle di diverse dimensioni.
Settima stanza: frammenti di ceramica medievale e selci di neolitiche.


Dal 2007 le collezioni sono state trasferite a Palazzo Iliceto.





Per approfondire, vedi Monetazione di Canusium.

Palazzo Iliceto[modifica | modifica sorgente]



Palazzo Iliceto



Tipo

Archeologia


Indirizzo

via Trieste e Trento, Canosa di Puglia



Palazzo Iliceto è un imponente palazzo settecentesco destinato a spazio espositivo culturale. Fino al 2005 è stata la sede del Museo delle Marionette di Canosa, e successivamente ha ospitato diverse mostre tematiche. È stato inoltre usato per alcune manifestazioni teatrali nell'estate 2003, e per proiezioni cinematografiche all'aperto nelle estati del 2004 e del 2005. Dal 2007 ospita le collezioni archeologiche del Museo Civico, già collocate nel Palazzo Casieri[38].
Il Museo delle Marionette (presentava la preziosa e interessante collezione Dell'Aquila-Taccardi: un ricchissimo assortimento di 52 personaggi di grandi dimensioni in legno di faggio, noce e abete, con abiti d'epoca in seta, armature in rame e alpacca rappresentati nobili spagnoli, cristiani armati, principesse e saraceni, papi, duchi e cardinali. Lo scenario è stato curato dal Parco Letterario "Massimo d'Azeglio - Ettore Fieramosca".



« Se non avete denaro, possiamo accettare il pagamento con castelletti: mettete pure cinque mandorle sul bancone d'ingresso l'una sull'altra »


(Apertura degli spettacoli di marionette della Compagnia Aurora[39])

Palazzo Sinesi - Fondazione Archeologica Canosina[modifica | modifica sorgente]



Palazzo Sinesi



Tipo

Archeologia


Indirizzo

via John Fitzgerald Kennedy 18, Canosa di Puglia


Sito

Sito ufficiale



Palazzo Sinesi è un edificio privato del XIX secolo destinato dal 1994 a spazio espositivo per mostre tematiche e temporanee. È la sede della Fondazione Archeologica Canosina[40] e sede di supporto della Soprintendenza ai beni archeologici della Puglia.


Mostre:
La Tomba Varrese, un ipogeo al confine (dal 22 ottobre 2000): collezione di reperti di corredi funerari ritrovati casualmente nel 1912 e nei successivi scavi archeologici. Nell'androne è visitabile l'esposizione dedicata ai reperti dell'Ipogeo dei Serpenti piumati.
Municipium: Pubblico e privato a Canosa dopo la guerra sociale (28 marzo - 30 settembre 1998): collezione di reperti della Canusium che vanno dall'istituzione del Municipium (metà del I secolo a.C.) al conferimento del rango di colonia (metà di II secolo a.C.).
I vasi dei misteri (16 giugno 1997- 30 gennaio 1998).
Il patrimonio ritrovato (24 agosto 1996 - 30 gennaio 1998).
Come eravamo (dicembre 1995 - gennaio 1996).
Il rito, le offerte, le tombe a Canosa (11 marzo - 4 giugno 1995): collezione di reperti archeologici riguardanti i riti funerari nella Kanusion dal V secolo a.C. fino alla tarda età repubblicana.
Sulla via Mediterranea (30 luglio - 30 settembre 1994): collezione di reperti archeologici di una famiglia canosina fra il III e II secolo a.C.
Palazzo Fracchiolla-Minerva - Museo Paleocristiano della Cattedrale[modifica | modifica sorgente]



Palazzo Fracchiolla-Minerva



Tipo

Archeologia


Indirizzo

piazza Vittorio Veneto 2, Canosa di Puglia



Il Palazzo Fracchiolla, centrale costruzione in tufo locale del XIX secolo, apparteneva ad una importante famiglia canosina. Successivamente è diventato parte del patrimonio della Basilica di San Sabino, nonché dimora dell'Arcivescovo emerito Francesco Minerva fino alla sua morte.


La struttura su due piani, inaugurata come Museo il 16 novembre 2013 dal Ministro Massimo Bray, contiene alcuni pezzi rari e pregiati appartenuti ai Vescovi canosini in epoca medioevale (tra cui manoscritti, una croce d'avorio contenente in un'ampolla presunto sangue del Cristo, un flabello del XII secolo, dei guanti indossati da Papa Pasquale II ed una collezione di monete donata da una famiglia locale). Inoltre è stato restaurato, conservato e reso visitabile l'appartamento in cui ha vissuto il prelato da cui il palazzo prende il nome.[41].


Attualmente, dopo il taglio del nastro, rimarrà in fase di allestimento.
Museo della civiltà contadina[modifica | modifica sorgente]



Museo della civiltà contadina



Tipo

Etnografia, Archeologia, Tradizioni popolari e Civiltà contadina.


Indirizzo

via Feudale, Canosa di Puglia



Il Museo della civiltà contadina è un museo allestito in un vecchio forno al servizio della zona Castello, aperto dal 12 giugno 2003 e chiuso il 30 settembre 2003, sporadicamente aperto durante l'estate, le feste patronali e durante gli eventi organizzati nella zona Castello.


Il museo, attraverso un vasto allestimento di oggetti originali, ripercorre la quotidianità della vita contadina del secolo scorso, passando in rassegna usi e costumi di una civiltà ormai scomparsa.


Il museo si divide in tre macroaree tematiche:
La vita domestica: pignatte, caldaie, cucchiai in legno, fascine per alimentare la fiamma ed altri utensili per la preparazione di pietanze contadine, ma anche arredi, un passeggino, rappresentazioni delle divinità poste sulle facciate delle case a protezione e tutela.
L'agricoltura: le forbici da pota, le coperte, i sacchi, i fiscoli, i tini, la pigiatrice, il torchio e botti di varie dimensioni, vomeri, zappe, erpici, stornarella, zappa cavallo e tutti gli oggetti di una civiltà agraria legata alla produzione e al consumo di olio extravergine d'oliva, vino e grano.
L'artigianato: una serie di esposizioni ripropongono gli strumenti tradizionali degni di mostra per la sempre maggiore rarità e marginalità: gli attrezzi del fabbro, dello stagnaio, del calzolaio; in più tutto l'occorrente dei mestieri legati alla lavorazione dell'argilla, delle pelli, alla produzione dei formaggi e dei latticini.
Antiquarium del parco archeologico di San Leucio[modifica | modifica sorgente]



Antiquarium del parco archeologico di San Leucio



Tipo

Archeologia,


Indirizzo

Strada Comunale Santa Lucia



L'antiquarium del parco archeologico di San Leucio è uno spazio espositivo annesso all'omonimo sito archeologico, aperto al pubblico il 19 luglio 2008 alla presenza del sindaco di Canosa Francesco Ventola, degli assessori alla giunta comunale e dell'onorevole Raffaele Fitto[42]. La struttura è composta da due piani comunicanti:
piano terra; dove sono ospitati i capitelli figurati trovati nella campagna di scavo delle Università degli Studi di Roma, Bari e Foggia, i piedi di un talamone del tempio di San Leucio, una ricostruzione in plastico del tempio greco dedicato alla dea Minerva;
primo piano; dove diverse bacheche ospitano i reperti archeologici ritrovati nella campagna di scavo.


Arricchiscono il museo le schede sulle diverse campagne di scavo, sulla relazione tra Canosa e la Magna Grecia e sulla relazione tra il sito archeologico di San Leucio ed altri relativi al comune.
Enogastronomia[modifica | modifica sorgente]





Per approfondire, vedi Rosso Canosa, Olio d'oliva, Coratina e Orecchiette.




(LA)

« Canusi lapidosus, aquae non ditior urna:

qui locus a forti Diomede est conditus olim. »

(IT)

« A Canosa, località fondata un tempo dal forte Diomede,

oltre a mancar l'acqua, il pane è di pietra. »


(Orazio, Sermones, Liber I - 5)



La tradizione gastronomica canosina è fortemente legata alla tradizione contadina e mediterranea.


Uno dei prodotti più caratteristici è la farina di grano arso (in dialetto pugliese gren iars): una farina scura di umili origini, infatti, veniva ottenuta dal grano recuperato dopo la bruciatura delle stoppie dopo la mietitura; dal quale veniva appunto prodotta successivamente la farina dal caratteristico colore scuro. Questo recupero, avveniva da parte di persone che non potevano permettersi la farina "normale", allora i proprietari dei terreni permettevano questa successiva spigolatura. I prodotti più originali e conosciuti che si ottengono mischiando in parti uguali farina bianca e farina di grano arso sono gli strascinati (in dialettostrasc-net) particolari orecchiette e il pane a prosciutto (in dialetto ppen a prusutt) un pane scuro variegato di bianco.




Focacce e salato:
il calzone (u' calzaun) focaccia rustica ripiena di cipolla appassita (spesso con porri), con acciughe sotto sale, olive coratine
i taralli bolliti (li taradd scallet) taralli fatti con vino bianco e semi di finocchio
li briachidd, tarallini fatti con vino bianco


Primi piatti:
i troccoli (li truccl) troccoli con ragù di carne di cavallo e ricotta dura
le orecchiette (li cupptidd) orecchiette al ragù
gli strascinati con cime di rape (li strascnet e c-m d'rep) pasta fatta in casa con rape, alici soffritte
gli strascinati di grano arso (li strascnet d'gren iars) con ragù di carne di cavallo e ricotta dura
la martnas, purea di fave con cicorie
i cardoni (li cardeun) in brodo di agnello con uova tipico della pasquetta


Secondi Piatti:
la braciola (la brasciol), involtino di carne di cavallo al sugo
l'agnello (l'agnill) al forno con patate
il coniglio (u'cunighj) al ragù o al forno


Dolci:
i marzapani (li mazzapen): dolce a base di mandorle
i mostaccioli (li mstacciul): dolce a base di vincotto
le scarcelle (l squarcidd): dolce pasquale a base di uova, ricoperto di glassa e confettini colorati
le sfogliatelle (l sfigghiet) dolce natalizio a base di sfoglie di pasta a forma di nastro ripieni di mandorle tritate, di marmellate di uva o di mele cotogne, garofano e cannella.
le cartellate (n'cartddet): dolce natalizio a base di sfoglie di pasta a forma di nastro tagliato con tagliapasta dentellato, fritti e ricoperti di vincotto








Il pane a prosciutto (in dialetto ppen a prusutt).







I tipici "strascinati" di grano arso e di farina bianca


Elementi caratterizzanti della gastronomia della città sono inoltre il vino e l'olio extra vergine d'oliva. Il vino Rosso Canosa, prodotto con uva di Troia (detto anche vitigno di Canosa), possiede dal 1979 la denominazione DOC. Ma la produzione vinicola comprende anche vini bianchi e rosati, nonché eccellenti spumanti ricavati. Le principali produzioni con il marchio IGT (Indicazione Geografica Tipica) sono: Nero di Troia, Trebbiano, Cabernet Sauvignon, Rosso Puglia, Sangiovese.


Rinomato è anche l'olio DOP extravergine d'oliva ottenuto da olive coratine.
Canosa nello spettacolo e nella musica[modifica | modifica sorgente]


La cittadina dauna è citata in diversi film e gag recitate da Lino Banfi (che si è anche ispirato ad un concittadino nella fiction Vola Sciusciù, prodotta dalla RAI nel 2000). A volte anche in qualche sketch di Diego Abatantuono.


Nel 2010 sono state girate alcune scene del film "Dreamland - La terra dei sogni".


Il cantante satirico Leone di Lernia, invece, ha dedicato una canzone a Canosa, basata su un successo dance degli anni novanta, Cana-us Cana-us in cui affermava:



« Voglio tornare a Cana-us Cana-us, dove c'è musica, c'è festa! »


(Leone di Lernia, Cana-us Cana-us)

TeleCanosa e RadioCanosa[modifica | modifica sorgente]


Canosa è stata sede di una televisione e di una radio autonome: Radio Canosa è andata in onda dal 31 dicembre 1976 fino al 15 agosto 1985. Tele Canosa, invece, ha trasmesso dal 1º gennaio 1977 al 31 dicembre 1988.
Mercati[modifica | modifica sorgente]


Il mercato alimentare (noto anche come la piazza) si svolge giornalmente in piazza Galluppi, mentre il tradizionale mercato settimanale si svolge ogni giovedì (con alcune eccezioni) nella zona Piano San Giovanni (nota come campo-campo).
Personalità legate a Canosa[modifica | modifica sorgente]
Busa (?-?), matrona di Canosa.
San Sabino (461-566), Vescovo e patrono di Canosa.
Boemondo I d'Antiochia o d'Altavilla (1050 ? - 1111), Principe di Taranto, condottiero della Prima Crociata e sepolto a Canosa.
Mauro Carella (1888-1979), educatore e pedagogista.
Francesco Rizzi (1899-1974), generale del genio aeronautico decorato della croce di guerra.
Enzo De Muro Lomanto (1902-1952), tenore di fama internazionale, sposato con il soprano Toti Dal Monte.
Francesco Minerva (1904-2004), arcivescovo cattolico.
Diana Torrieri (1913-2007), attrice e capocomica.
Vito Rosa (1921-1990), senatore della Repubblica per tre legislature
Giuseppe Matarrese (1926-1997), politico e studioso dei problemi dell'agricoltura.
Lino Banfi (1936), attore.
Ermanno Leo (1947), luminare della medicina in riguardo alle malattie dell'apparato digerente.
Nicola Rossi (1951), senatore del Partito Democratico e consigliere economico dei governi D'Alema.
Rosanna Banfi (1963), attrice.
Francesco Ventola (1971), politico, primo presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani.
Stefania Sansonna (1982), pallavolista.
Eventi[modifica | modifica sorgente] Febbraio
Morte di San Sabino (9 febbraio) - Riti liturgici, processione e fuochi pirotecnici.
Beata Vergine di Lourdes (11 febbraio)
Carnasciale Canosino Marzo
Madonna di Costantinopoli (1º martedì del mese) - Pellegrinaggio al santuario della Madonna di Costantinopoli secondo un'usanza che risale all'VIII secolo.
Via Crucis vivente - Rievocazione delle 14 stazioni della Via Crucis, organizzata dalla Parrocchia Santa Teresa. Aprile







La Desolata







Le Donne cantano lo Stabat Mater durante la processione della Desolata
Processione dell'Addolorata (venerdì precedente la domenica delle Palme) - È la processione che dà inizio ai Riti della Settimana Santa. La processione vede la partecipazione di un numero altissimo di fedeli, soprattutto donne vestite e velate di nero, spesso scalze. La tradizione la ricorda come la Madonn dù tupp-tuzz' le perché la Madonna, in cerca del figlio Gesù, bussava (da qui tupp-tuzz'le, cioè bussare) alle porte delle chiese prima di giungere alla Cattedrale.
I Sepolcri (Rito della Settimana Santa, Giovedì Santo)
Processione dei Misteri (Rito della Settimana Santa, Venerdì Santo)
Processione della Desolata (Rito della Settimana Santa, Sabato Santo) - È sicuramente la processione più suggestiva della settimana santa. Si parte dalla Chiesa di San Francesco e San Biagio il sabato mattina: bambini vestiti da angioletti aprono la processione mostrando gli oggetti e le frasi della passione di Cristo. Segue la statua della Desolata seguita da un folto coro composto da circa 250 ragazze col volto coperto e vestite di nero, alcune ancora oggi scalze, che urlano (alla maniere straziante delle donne prezzolate) una canto tipico, lo Stabat Mater.
Processione della Madonna della Fonte - Alla riscoperta della tradizionale Festa delle Primizie, nella seconda domenica di Pasqua i produttori canosini portano ai piedi dell'antichissima icona, custodita da nove secoli nella cattedrale, alcuni prodotti agricoli locali. Maggio
Settimana dei Beni Culturali
Fiera Cittadina (20 e 21 maggio)
S. Rita Da Cascia (22 maggio ) Giugno
Maria SS. Altomare (1º giugno) Luglio
Premio Diomede - Da un decennio premia i canosini e i pugliesi che si sono distinti per la loro opera meritoria in campo economico, sportivo, sociale, scientifico, artistico e culturale. Tra i premiati: Lino Banfi, Ermanno Leo, Donato Di Gaetano, Samuele Valentino, Francesco Chiancone, Arcivescovo Francesco Minerva, don Antonio Bello, Michele Paulicelli, Vincenzo Petroni e Sabino Cannone.
Madonna del Carmine (16 luglio) - Festa rionale organizzata dalla rettoria del Carmine.
"Canosa estate" (31 luglio) - Spettacoli musicali Agosto
Festa Patronale di San Sabino, Madonna della Fonte e Sant'Alfonso Maria De' Liguori (1º agosto e 2 agosto)
Sagra dell'Antico Vino Rosso (1ª settimana del mese)
Sagra della Percoca (2ª domenica del mese)
Festa dell'Assunta (15 agosto) Ottobre
Santa Teresa (1º ottobre)
San Francesco D'Assisi (4 ottobre)
Madonna del Rosario (7 ottobre) Novembre
Santa Caterina d'Alessandria martire (25 novembre) falò popolari nelle principali piazze e strade della città, soprattutto nel centro storico Dicembre







Una delle rare apparizioni della neve a Canosa
Sagra dell'Olio Extravergine d'Oliva
SS. Immacolata (8 dicembre) - Festa rionale organizzata dalla parrocchia della SS. Immacolata.
Santa Lucia (13 dicembre)
Presepe vivente - Rappresentazione del presepe con 150 figuranti che si estende su un'area di 6000 m2 e con un percorso lungo 300 m. La prima edizione risale al 2004. Si sono stimati circa 40.000 visitatori all'anno.
Natale in città - Notte bianca
Mostra del presepio artigianale Canosapresepi - Rassegna Espositiva di Presepi Artigianali, organizzata dalla sezione locale dell'Associazione Italiana Amici del Presepio
Geografia antropica[modifica | modifica sorgente]
Urbanistica[modifica | modifica sorgente]







Pianta della Città


Canosa, nel corso dei secoli, è cresciuta secondo lo standard delle città-fortezza: nei pressi di un fiume e su un territorio prettamente collinare (dai 7 grossi dossi compresi nei confini cittadini, gli aborigeni, per analogia, chiamano Canosa Piccola Roma[43]). In cima alle alture è visibile anche il mare, verso nord.


Dalla zona dell'Acropoli, costituita da un bastione contornato in discesa da un dedalo di scalinate e stretti vicoli (presenti tutt'oggi), il centro si è esteso fino alla piana sottostante, zona delle tombe dapprima daune, poi romane, infine paleocristiane. La città poi si è evoluta in epoca romana, con la costruzione di edifici, acquedotti, un anfiteatro, luoghi di culto e altre tombe in tufi locali e laterizi. Lavia Traiana attraversava trasversalmente la civitas, che, per la morfologia dei luoghi, non era costruita in base ai criteri dell'accampamento romano.


Dal IV secolo, sotto san Sabino, questa diocesi pugliese, viene arricchita da palazzi e chiese.


Dagli inizi del XIX secolo a oggi, Canosa ha assunto una fisionomia sempre più precisa: due piazze principali, collegate da un corso che ricalcava l'antica via Traiana (corso San Sabino), stabiliscono il centro cittadino: nella prima (Piazza Vittorio Veneto) è presente la cattedrale di San Sabino; nella seconda (attuale Piazza della Repubblica, già Piazza Colonna[44]) il Municipio (precedentemente un convento) che fungeva da frontespizio all'Acropoli. Diverse strade diramanti da entrambi i larghi conducono ai punti più "strategici" della antica capitale della Daunia. Il percorso prolungato del Tratturo L'Aquila-Foggia sfiorava Canosa nella zona periferica della Madonna di Costantinopoli.


Dagli anni '80 sul Monte Scupolo cresce la Zona 167, destinata inizialmente alle residenze popolari. Attualmente la zona è un secondo centro parallelo (Canosa Alta, già Torre Caracciolo) che accoglie più di un terzo degli abitanti di Canosa, quindi non più destinata solo a cooperative di case popolari, ma a ville, negozi e ristoranti.


Da poco tempo è in corso un piano di riqualificazione di strade e piazze nel territorio comunale. Ad una dozzina di chilometri da Canosa, direzione Lavello, è presente la frazione di Loconia.
Frazioni[modifica | modifica sorgente]





Per approfondire, vedi Loconia.



Oltre alle varie contrade circostanti presenti nel territorio (che identificano la presenza di grandi masserie private), Canosa ha come unica frazione il centro rurale di Loconia, distante 14 km.
Economia[modifica | modifica sorgente]







Tipico paesaggio dell'agro canosino, con gli alberi d'olivo a fare da contorno.



(LA)

« CANUSINAE FUSCAE

Haec tibi turbato Canusina simillima mulso

Munus erit. Gaude: non cito fiet annus »

(IT)

« LE STOFFE SCURE DI CANOSA

Ecco il tuo regalo: una stoffa di Canosa molto simile al vino

misto al miele. Sta' tranquillo: non invecchierà così presto »


(Marco Valerio Marziale Apophoreta, CXXVII)



L'economia canosina è prevalentemente legata all'agricoltura e al settore primario, senza trascurare l'allevamento.


Le risorse storiche, archeologiche e turistiche agevolano l'afflusso di visitatori; la posizione centrale della città rispetto al territorio circostante, invece, ha contribuito a far sorgere imprese soprattutto nei settori tessile e alimentare. Antica "arte", sempre presente, è quella dell'artigianato.
Agricoltura[modifica | modifica sorgente]







Dall'uva dauna viene prodotto il vino DOCRosso Canosa.


La posizione geografica pone il territorio canosino tra le Murge e il Tavoliere delle Puglie, a pochi chilometri dall'invaso del Lago Locone. Nonostante problemi di siccità subiti negli ultimi anni, le coltivazioni digraminacee, della vite e degli ulivi, in particolar modo, garantiscono l'esportazione su scala mondiale di prodotti locali, come pasta, vini, olive e olio. Grazie alla temperatura mite, tipiche della zona sono le produzioni di fichi,fichi d'India, mandorle, lampascioni, pesche e amarene, senza trascurare altre verdure (rape, "marasciuoli" erucola in primis), legumi e ortaggi.


Recentemente (2005) non sono mancate polemiche e proteste da parte degli agricoltori a causa della scarsa valutazione sui prodotti locali, a cui sono susseguiti disagi alla circolazione e scontri, con la registrazione di episodi di cronaca nera[45].


L'allevamento, classico della Puglia e favorito già in antichità dal passaggio del Tratturo Regio, è soprattuttoovino e caprino. Nell'agro circostante, quello bovino, praticato in adeguate strutture, garantisce la produzione di latte e formaggi per le industrie casearie dei dintorni.
Artigianato[modifica | modifica sorgente]







L'impresa "Ce.Di.Com. Sud".


Ricercata è la lavorazione manuale. La realizzazione artigianale di ceste di vimini o vasi d'argilla è ancora frequente. Resistono ancora antichi mestieri come il calzolaio o l'arrotino.
Industria[modifica | modifica sorgente]


Negli ultimi decenni, Canosa si è sviluppata dal punto di vista imprenditoriale. Grazie al settore primario, sono sorte diverse aziende vinicole e olearie, assieme ad un importante pastificio.


L'essere uno strategico snodo stradale ha permesso alla città di ospitare un discreto numero di centri distributivi di merci, come frutta e medicinali.


Utile per l'economia e il prestigio locale è la presenza della sede di una nota industria tessile.


Dai primi anni 2000 è in progetto la realizzazione di un termovalorizzatore nel territorio canosino, che ha portato molte manifestazioni e proteste. Dopo un lungo e complicato contenzioso fra il Comune e l'azienda costruttrice dell'impianto, nel marzo 2007 una sentenza del Consiglio di Stato ha annullato la concessione edilizia per la realizzazione della centrale[46].
Turismo[modifica | modifica sorgente]







Macchia mediterranea nei pressi di Canosa. In cima alla collina, una tipica masseria.


Gli innumerevoli siti archeologici, correlati da mostre e musei garantiscono una discreta affluenza di visitatori,spesso provenienti dall'estero[senza fonte].[47]


Nei periodi festivi, attrazioni sono il presepe e la passione viventi, nonché le numerose e vissute processioni.


Altro richiamo è dovuto ancora una volta alle specialità gastronomiche locali.
Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica sorgente]
Strade ed autostrade[modifica | modifica sorgente]







Mappa di avvicinamento di Canosa


Canosa è situata nei pressi di uno dei nodi autostradali più importanti del mezzogiorno. Infatti, dal1973, l'autostrada A16 (Napoli-Canosa, detta anche autostrada dei due mari) interseca l'autostrada A14(Bologna-Taranto, detta anche Autostrada Adriatica). Il casello di Canosa dista 172 km da Napoli, 611 km da Bologna e 133 km da Taranto.


A nord-est dell'abitato moderno corre parallela alla odierna strada provinciale 231 Andriese Coratina (ex SS 98) la via Traiana realizzata dall'imperatore Traiano nel 108 d.C. La via Traiana collegava l'antica Benevento a Brindisi. All'altezza di Canosa incontra il fiume Ofanto, all'epoca completamente navigabile. In epoca romana vi era probabilmente un porto per il trasbordo delle merci, che faceva comunque riferimento all'importantissimo porto di Canosa situato a Barletta. Altre strade di notevole importanza sono la strada provinciale 231 Andriese Coratina (ex SS 98) e la strada statale 93 Appulo Lucana Barletta-Canosa-Lavello.
Ferrovie[modifica | modifica sorgente]





Per approfondire, vedi Stazione di Canosa di Puglia.








Stazione di Canosa


Canosa è dotata di una stazione ferroviaria, attualmente impresenziata, sulla linea Barletta-Spinazzola. Il progetto di una linea interna risale al 1861, ma solo nel 1888 viene stipulata una convenzione con la Società Strade Ferrate Meridionali per la costruzione della linea, resa esecutiva con la legge 5550 del 20 luglio 1888, con una spesa prevista di 7.994.460 lire dell'epoca. La linea ferroviaria viene inaugurata in data 1º agosto 1895. Dagli anni novanta la linea è stata fortemente ridimensionata, sono stati ridotti i fasci di binari e le stazioni sono impresenziate.
Mobilità urbana[modifica | modifica sorgente]


Canosa è servita da autolinee nazionali e internazionali che conducono in tutte le più importanti città d'Italia e in alcune capitali europee, autolinee extraurbane che collegano la città con i comuni limitrofi e con la maggior parte dei comuni della provincia di Barletta-Andria-Trani, della provincia di Bari e diFoggia e da tre linee urbane.


Le tratte nazionali e internazionali sono gestite da Marino s.r.l. e Marozzi, mentre le autolinee extraurbane che servono il traffico locale vengono operate da:
STP Bari (Società Trasporti Provinciale S.p.A. Bari)
Ferrovie del Gargano
Sita Sud (ex Società Italiana Trasporti Automobilistici)


Vi sono inoltre tre autolinee urbane, gestite dall'azienda Caputo.
Amministrazione[modifica | modifica sorgente]







Palazzo di Città
Gemellaggi[modifica | modifica sorgente]


Canosa è gemellata con:
Grójec
Grinzane Cavour
Torremaggiore
Montemilone
Cerignola
Sport[modifica | modifica sorgente]
Calcio[modifica | modifica sorgente]


Calcio a 11


La principale squadra di calcio della città è l'A.S.D. Canosa Calcio (che porta l'eredità storica della S.S. Canosa); i colori sociali della società sono il rosso ed il blu. Attualmente milita nel girone A pugliese di Prima Categoria, ma in passato ha militato nell'Eccellenza ed in Serie D. Ha inoltre disputato una semifinale di Coppa Italia Dilettanti.


Calcio a 5


La squadra di calcio a 5 è l'Atletico Canosa, che milita nel girone A di Serie C2.
Basket[modifica | modifica sorgente]


Vi ha sede inoltre una società di basket maschile nata nel 2000, chiamata A.S. Canusium, che disputa attualmente il Campionato di prima divisione.
Pallavolo[modifica | modifica sorgente]


Vi sono anche due società di pallavolo a capo della Polisportiva Canosa, in ambito maschile e femminile, che attualmente disputano rispettivamente i campionati di prima e seconda divisione.







Palazzetto dello Sport
Impianti sportivi[modifica | modifica sorgente]


Gli impianti sportivi presenti in città sono: Tre quelli di proprietà comunale:
Stadio Comunale Sabino Marocchino (ora in degrado)
Stadio Comunale San Sabino
Palazzetto dello Sport
Galleria fotografica[modifica | modifica sorgente]





Panorama della Città da Nord-Est



Panorama della Città dal Castello



Panorama della Città da Sud



Panorama della Città al tramonto




Piazza Vittorio Veneto



Piazza Vittorio Veneto



Piazza della Repubblica (Piazza Colonna)



Piazzetta Imbriani




Piazza Ferrara



Piazzetta Volturino



Corso San Sabino (visto da Piazza della Repubblica)



Cupola del Mausoleo di Boemondo




Capitelli, Lapidarium



Fregio, Lapidarium



Epigrafe, Lapidarium



Cassa armonica per l'orchestra




Salita nel rione Castello



Salita via Cavour



Salita



Torre dell'Orologio




Battistero San Giovanni



Scavi di San Pietro



Necropoli di Santa Sofia



Nuraghe nell'agro




Necropoli di Santa Sofia



Mosaico della Basilica di San Leucio



Particolare della Basilica di San Leucio



Particolare degli scavi del complesso di San Pietro






Basilica di San Sabino - Cattedra vescovile



Basilica di San Sabino - Il pulpito



Basilica di San Sabino - Porte del Mausoleo di Boemondo



Basilica di San Sabino - Altare e ciborio

Note[modifica | modifica sorgente]

^ DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana. URL consultato il 15 giugno 2013.
^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 132.
^ Interrogazione parlamentare sulla sicurezza statica della Città di CanosaOdg per la seduta n. 751 dell'Assemblea
^ Valle dell'Ofanto, Biopuglia. URL consultato il 16 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2007).
^ Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani
^ Servius Marius Honoratus, Commentarii in Vergilii Aeneidos libros, 11, 246.
^ Torelli, Mario (1992) "Il quadro materiale e ideale della romanizzazione", inPrincipi imperatori vescovi, pp. 608-619.
^ Canussio, Vittorio, (1993-94) Il problema dell'etimo Canusium, inInvigilata Lucernis n° 15 - 16.
^ Padula, Vincenzo (1871), Protogea ossia l'Europa preistorica, p.136
^ a b Jacobone, Nunzio (1922), Canusium. Un'antica e grande città dell'Apulia. Ricerche di storia e topografia, pp. 11 - 13. L'autore riporta le tre ipotesi (quella serviana, greca ed ebraica) respingendole ed ipotizza la derivazione messapica o iapigia.
^ Analogamente ad altre città pugliesi di simile origine, come ad esempioVenosa o Ginosa.
^ Schulze, Wilhelm (1963) Zur Geschichte lateinischer Eigennamen (trad.Storia dei maggiori nomi propri latini), p.313
^ Corrente, Marisa (1992), "L'insediamento di Toppicelli", in Principi imperatori vescovi, pp-63-71.
^ De Juliis, Ettore Maria (1992), "Le ambre intagliate", in Principi imperatori vescovi, pp. 128 - 130.
^ Ulino, Maurizio (2008) L'Età Barocca dei Grimaldi di Monaco nel loro Marchesato di Campagna
^ a b Questi ultimi poterono fregiarsi del titolo di "Principi di Canosa", conRegio decreto del 2 luglio 1914 prima del 28 ottobre 1922, partendo daErnesto (1886), fino all'esplicito non riconoscimento dei titoli nobiliari sancito dalla Costituzione. Titolo, comunque, che è diventato parte integrante del nome.
^ Ora sede della locale Fondazione Archeologica (F.A.C.) Fondazione Archeologica Canosina, canosium.it, 2012. URL consultato il 16 aprile 2012.
^ Detto anche Palazzo vescovile.
^ Sede del Museo delle marionette.
^ Sede della locale mostra dei presepi.
^ Ora unificate nell'unica parrocchia dei Santi Francesco e Biagio.
^ a b L'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampiaccompagnò l'assegnazione del riconoscimento con una breve nota:"All'indomani dell'armistizio, abbandonata dai tedeschi, [Canosa] subì un violento bombardamento [...]. La popolazione si prodigò in una generosa gara di solidarietà in aiuto dei superstiti e dei senza tetto, dando prova di elette virtù civiche e grande spirito di abnegazione."
^ Nel transetto di destra alcune lapidi certificano la dedicazione della Basilica a San Sabino e l'elevazione a Cattedrale.
^ Sostituita da due ante in legno.
^ Secondo altra opinione, di Amalfi.
^ Comune di Canosa di Puglia, Ufficio Stampa, Comunicato Stampa 7 marzo 2007.
^ Comune di Canosa di Puglia, Ufficio Stampa, Comunicato Stampa 4 novembre 2011, n° 178.
^ Si ricordano Tra Palco e Realtà, Dietro le Quinte, Civette e Comò, Teatro Nuovo, Compagnia Proloco e Idea Teatro '89 : negli ultimi anni, tali compagini hanno recitato anche al di fuori del territorio canosino, spesso in vernacolo.
^ Si presume che la ricostruzione fu voluta da Federico II di Svevia.
^ A cura della facoltà di Archeologia dell'Università degli Studi di Foggia.
^ Solo nella seconda metà dell'VIII secolo (sicuramente il 1º agosto) le spoglie del santo furono traslate nella cripta dell'attuale Basilica di San Sabino.
^ Laboratorio di archeologia digitale, Il complesso paleocristiano di San Pietro a Canosa, Dipartimento di Scienze Umane, Università degli Studi di Foggia, 2009. URL consultato il 16 aprile 2012.
^ Laboratorio di archeologia digitale, Il complesso paleocristiano di San Giovanni a Canosa, Dipartimento di Scienze Umane, Università degli Studi di Foggia, 2009. URL consultato il 16 aprile 2012.
^ Scavi a cura dell'Università degli Studi di Foggia.
^ Il "Toro", invece, indicava, in epoca medievale, una zona sopraelevata.
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
^ Stehl, Thomas (2004) "Dialetto canosino patrimonio culturale", Il Boemondo VII, 3, pp. 8-9. Il prof. Thomas Stehl è linguista e professore titolare del Dipartimento di Linguistica romanza presso l'Università di Potsdam.
^ http://www.canusium.it/patrimonio/musei
^ La Compagnia Aurora, fondata da Lorenzo Dell'Aquila, cominciò nel 1882 ed è stata la prima in assoluto a proporre al pubblico pugliese le marionettecon armature luccicanti, occhi di cristallo, impegnati in amori e duelli. Sono stata l'ultima compagnia del loro genere a calare il sipario nella seconda metà degli anni ottanta.
^ La Fondazione Archeologica Canosina nasce nel 1992 da una operazione di sensibilizzazione della popolazione nei confronti del patrimonio archeologico della città e quasi sempre privato alla città. Per maggiori informazioni: Sito ufficiale
^ Cultura, giornata storica per Canosa. Bray: "Turismo leva per lo sviluppo", La Repubblica. URL consultato il 16 novembre 2013.
^ Articolo su Canosaweb.it
^ Le sette colline sono S. Giovanni, Santa Sofia, San Giorgio, Montescupolo, San Leucio - detto anche dei SS. Quaranta -, Santa Lucia e Murgetta.
^ Chiamata così per via di una colonna ottocentesca su cui vi è la statua della Madonna, che rappresenta, tra l'altro, l'ingresso alla zona Castello (vecchia Acropoli).
^ Articolo de La Repubblica del 29 agosto 2005.
^ Comune di Canosa di Puglia, Ufficio Stampa, Comunicato Stampa 22 marzo 2007.
^ Visita dell'Universi

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